Mondiali: Spagna scarica Luis Enrique, de la Fuente ct

(ANSA) - ROMA, 08 DIC - Osannato dopo la goleada con il Costarica, scaricato a mondiale in corso. Le migliaia di passaggi a dispetto delle poche realizzazioni in porta nella sconfitta con il Giappone, nel pari con la Germania e nel ko con il Marocco non hanno pagato e Luis Enrique non è più il ct della Spagna: l'eliminazione agli ottavi in Qatar ha messo subito l'allenatore asturiano sulla graticola, lui che tanti amano a casa e fuori, ma nel corso della sua carriera ha collezionato anche parecchi detrattori. Ma le braci sono durate pochissimo, perché a poche ore dall'uscita di scena per mano del sorprendente Marocco, la federcalcio ha già pronto il post 'Lucho'. Via il ct e subito l'annuncio del sostituto: sulla panchina delle Furie Rosse siede Luis de la Fuente, ex difensore, 61enne che balza dall'Under 21 alla prima squadra. "La federcalcio iberica vuole ringraziare il lavoro di Luis Enrique e di tutto il suo staff tecnico alla guida della nazionale assoluta negli ultimi anni. Sia il presidente, Luis Rubiales, che il direttore sportivo, José Francisco Molina, hanno comunicato all'allenatore la decisione adottata" la nota della Rfef con cui è stato esonerato il tecnico. "E' stato speciale far parte di tutto questo, hasta siempre Spagna" il saluto dell'ormai ex ct, che ringrazia tutti, chi lo ha scelto, i giocatori dal "comportamento esemplare", i tifosi che "ci hanno sempre sostenuto, anche nei momenti più delicati". E chiede di continuare a farlo affinché de la Fuente raggiunga i suoi obiettivi. Luis Enrique ha guidato la Spagna dal luglio 2018, con una pausa tra marzo e novembre 2019 decisa per stare vicino alla figlioletta Xana, morta a soli nove anni. Con Enrique la Spagna è arrivata alle semifinali degli Europei e alla finale di Nations League, ma sempre galleggiando tra tifosi e critici che non hanno mai amato il suo stile di gioco con un possesso sterile. Del resto 'Lucho', che pure a questi mondiali aveva dato una svolta social anche al suo ruolo, con dirette tra battute e annunci di formazioni, e sentimenti come il ricordo della figlioletta scomparsa nel giorno del compleanno, anche in Qatar dopo l'exploit con la preda fin troppo facile del Costarica, dopo non ha dato mostra di molto altro: solo due reti in tre partite, migliaia di passaggi ma sotto porta poco e niente. Luis Enrique paga la sua fedeltà a un approccio alle gare che non ha mai cambiato, collezionando però la sconfitta con il Giappone, il pari con la Germania prima tra le big a uscire di scena e poi lo scivolone col Marocco ai rigori. Tiki taka senza se e senza ma, con il possesso palla come strada maestra e passaggi continui alla ricerca del gol. Una tattica vincente solo con il Costarica (1045 passaggi ripagati da sett gol), decisamente no con il Giappone (1058 passaggi, un record) vista la sconfitta incassata. Con la Germania 645 passaggi, finiti con un pari senza show. Col Marocco oltre mille passaggi, e stavolta zero gol. Gli stessi marocchini - un po' per pretattica un po' per convinzione - alla vigilia avevano bollato il calcio della Spagna come "noioso". Incriminato proprio il possesso palla che sempre per il Marocco (che ora si gioca col Portogallo l'accesso alla semifinale) non diverte nemmeno il pubblico. 3756 i passaggi collezionati in Qatar dalla Roja, che detiene il primato davanti all'Argentina che pure non scherza (2687) ma in compenso è ancora in corsa e tra le titolate all'oro. Quello che è mancato alla Spagna è stata proprio la fase realizzativa, con solo 17 tiri alla porta nella quattro partite disputate. Insomma anche a casa i tifosi reclamavano una squadra più concreta, che non illudesse come fatto col Costarica e arrivasse invece più vicina all'obiettivo (centrato l'unica volta nel 2010). E così anche Luis Enrique è arrivato al capolinea: "Ci dispiace non aver potuto regalare una gioia, il calcio sorprende sempre ma la vita continua", il post amaro dopo l'eliminazione. E ora Lucho torna sul mercato, all'estero continua a piacere. (ANSA). ROI/ S0B QBXB (ANSA).