Illegalità e abusi in area protetta Sardegna, 'serve Stato'

(ANSA) - SANTA TERESA DI GALLURA, 19 AGO - Da oltre quarant'anni ospita una piccola comunità hippy che ha scelto di abbandonare la società moderna per vivere a contatto con la natura. Quello che però fino a qualche anno fa poteva essere considerato un esperimento sociale, si è trasformato in un grave problema di igiene e sicurezza, che priva il grande pubblico della possibilità di ammirare serenamente uno dei luoghi più suggestivi della Sardegna: Cala grande, ribattezzata in maniera evocativa dagli occupanti Valle della Luna, nella minuscola penisola di Capo Testa che si affaccia sulle Bocche di Bonifacio. Uno spicchio di rocce di granito e sabbia a picco sul mare azzurro, nell'Area Marina Protetta da tempo Sito di Interesse Comunitario, diventato oggi simbolo di incuria e abbandono. A sollevare il problema è l'associazione ambientalista Capo Testa Republic, che dal 2020 si batte per valorizzare, promuovere e tutelare Capo Testa. E che propone di trasformare Cala di l'Ea, Cala di Mezu e Cala Grande in un parco naturale, aperto a tutti. "La cosiddetta Valle della Luna è un'area naturale di inestimabile valore, da anni miraggio di libertà giovanili che, soprattutto nei mesi estivi, viene presa d'assalto da ragazzi provenienti da ogni parte d'Italia, e non solo, e si trasforma in una realtà di sporcizia, illegalità e piccoli abusi edilizi", spiega l'associazione, nata per iniziativa di alcuni abitanti di Capo Testa ma che comprende anche molti residenti di Santa Teresa Gallura e villeggianti storici. (ANSA).