Il maestro che non dà voti ma scrive messaggi motivazionali

(ANSA) - PALERMO, 23 GEN - I voti che conosciamo da sempre, quelli tradizionali, lasciano spazio a valutazioni che spesso sono consigli, suggerimenti, giudizi emotivi pronti a toccare le corde dell'anima degli alunni, anche quelli più vivaci, meno diligenti e più svogliati e talvolta anche con comportamenti oppositivi. Messaggi emozionali e motivazionali per giudicare gli scolari. È il metodo educativo, certamente più empatico e meno freddo, utilizzato dal maestro di scuola elementare Gabriele Camelo, che insegna italiano e inglese nell'istituto comprensivo "Rita Borsellino" in piazza Magione, nel centro storico di Palermo. Così dopo un compito in classe non fioccano i voti, più o meno alti, ma le frasi dense di emozioni, in grado di stabilire un 'fil rouge' con l'alunno o l'alunna: "Il tuo quaderno è bellissimo", "Sono fiero di te", "Ti voglio Bene". E se qualcosa non va bene ecco che il maestro Gabriele è pronto a cercare sempre un 'feedback' costruttivo: "Molti compiti non sono stati svolti e le schede non incollate. Quando fai i compiti sei brava e ti stimo. Posso aiutarti ad impegnarti di più?". Segue un cuore. "Creo con i bambini un legame emotivo a partire dalla motivazione, dall'affetto e dal desiderio di una crescita comune", dice Camelo, il cui metodo è centrato su un rapporto in cui insegnamento e affettività coesistono e si intrecciano e si punta sulla forza di costruire e sulla capacità di rassicurare. "I bimbi crescono e progrediscono didatticamente solo a partire da un abbraccio, da un legame affettivo - sottolinea il maestro, ex autore televisivo che anni fa si è trasferito da Roma a Palermo -. Alcuni bambini non sanno leggere, ma a ogni bambino leggo personalmente le mie correzioni. Ogni maestro instaura un legame intimo con i propri alunni e io creo con i bambini un legame a partire dalla motivazione, dall'affetto, dal desiderio di una crescita comune. Mi prendo cura di loro in toto - conclude - anche con la supervisione dei loro quaderni. Un bambino non progredisce didatticamente se non c'è un legame, una carezza, un abbraccio, se non ha la serenità di fondo". (ANSA).