Igor Levit, 7 ottobre attacco non a Israele ma a ebrei

(ANSA) - ROMA, 01 NOV - "Dall'Olocausto fino al 7 ottobre non c'è mai stato un massacro con un numero così alto di vittime civili. Non è un attacco contro lo Stato di Israele ma contro tutti gli ebrei". Il pianista Igor Levit, pluripremiato e acclamato nelle sale da concerto di tutto il mondo ma conosciuto anche per l'impegno politico ambientalista contro il razzismo e l'antisemitismo, non si sottrae alle domande sullo scenario aperto dalla strage compiuta da Hamas. "Da quel giorno - dice all'ANSA il giovane musicista, a Roma per tre concerti a Santa Cecilia con Antonio Pappano - il mio stato d'animo è un mix di rabbia, paura, confusione, disperazione. Il fatto che nel mondo ci siano reazioni che in nessun modo mostrano empatia con il popolo ebraico e riguardano anche filoni dell'area progressista a cui mi sento di appartenere per me è una forma di tradimento". Il musicista non nasconde la sua reazione. "Nulla di ciò che è accaduto prima mi ha reso ancora più consapevole del mio essere ebreo e di far parte del mondo ebraico di quanto è successo nelle ultime tre settimane. Questo è un attacco a una minoranza e un attacco contro le basi stesse della democrazia in cui tutti noi crediamo. Quando una minoranza si sente sotto attacco tutta la democrazia è sotto attacco". Nelle tre serate romane all'Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone - il 2 novembre alle 19:30, il 3 alle 19:30 e il 4 alle 18 - Levit sarà sul palcoscenico per il concerto per pianoforte e orchestra n. 3 di Beethoven, diretto da Antonio Pappano. "Pappano è un musicista incredibile e l'orchestra è fantastica", dice ricordando il successo delle esibizioni con loro l'anno scorso in tournée in Germania. Per l'Accademia Nazionale il pianista ha debuttato nel concerto di Natale diretto da Kirill Petrenko nel dicembre 2020, in piena pandemia e senza pubblico, "un'esperienza bellissima ma piena di tensione". Levit, 36 anni, nato in Russia e trasferitosi con la famiglia in Germania all'età di otto anni, ha pubblicato da poco per Sony Classical il doppio disco Fantasia, che unisce composizioni di Bach, Busoni, Liszt, Berg. "Ad accomunare questi brani - spiega - è l'idea di lasciare spazio all'improvvisazione. È come quando un cane legato alla catena viene liberato, resta sempre un cane ma molto diverso da quando era costretto all'immobilità. Sognavo di suonare il pezzo di Busoni, il mio idolo, e ho scelto di affiancarlo a pezzi che ne condividessero la filosofia". In Germania è uscito anche il libro House Concert che racconta il suo percorso musicale e l'esperienza politica con i verdi. "Sono un membro molto critico del partito, a cui però sono affezionato - afferma -. Non mi accontento dei risultati, ma continuo a confrontarmi e a lavorare con loro per ottenere il meglio, così come faccio con esponenti di altri partiti ad eccezione dei neonazisti, che invece dovrebbero marcire all'inferno". C'è un posto in cui non le è ancora riuscito di esibirsi? "Oggi vorrei tanto suonare in Israele, dove sono già stato in passato. Non importa se la sala è bella o brutta, in questo momento lo farei anche negli ospedali". (ANSA).