Muñiz travolge Trento con «Mamma Mia!»

di Fabio De Santi

Teatri esauriti in tutta Italia, con ben 31 repliche al Sistina di Roma e a Trento i tre spettacoli di questo fine settimana sono sold out da mesi, per oltre centomila spettatori con un successo che cresce davvero senza sosta. Sono queste le cifre che accompagnano il musical Mamma Mia! nella sua versione italiana firmata da Massimo Romeo Piparo che sarà all'Auditorium di Trento venerdì 19 e sabato 20 alle ore 21 . I protagonisti di «Mamma Mia», fra cui Luca Ward, Paolo Conticini, Sergio Múñiz, Sabrina Marciano e Laura Di Mauro, si muovono sul palco fra le coinvolgenti musiche degli Abba suonate dall'orchestra dal vivo del maestro Emanuele Friello . Proprio con Sergio Múñiz, l'attore spagnolo, vincitore fra l'altro dell' Isola dei famosi nel 2004, abbiamo parlato del fenomeno «Mamma Mia» il musical che arriva a quasi dieci anni dal film con Meryl Streep .

Sergio Muniz, all'inizio di questa avventura vi aspettavate tutto questo successo?
«La verità è che sapevamo di avere tutti i numeri per riuscire ma comunque non ce l'aspettavamo, piano piano l'accoglienza italiana ci ha sorpreso sempre di più e il tutto ha funzionato ancora meglio di quanto sperassimo».

Qual è allora a suo avviso la carta vincente del Mamma Mia tricolore?
«Facendo parte del mondo dello spettacolo già il fatto che questo musical fosse allestito da Massimo Romeo Piparo era un buon biglietto da visita, perché conosco le sue opere e ho già lavorato con lui. Basterebbe questo come garanzia che si tratta un ottimo prodotto. Alla fine in un musical poi ci vuole soprattutto questo: una persona che investa energia, creatività, soldi e che sappia organizzare e gestire le diverse fasi. Una persona si faccia responsabile del gruppo e del progetto e Massimo è la nostra carta vincente, la regia di questo spettacolo».

Ad attraversare Mamma Mia ci sono le canzoni degli Abba, cosa pensa della scelta di cantarle in italiano?
«È stata la prima cosa che ho chiesto, ovvero in che lingua avrei dovuto cantare. Quando mi hanno detto che lo avrei fatto in italiano ho avuto qualche perplessità, subito sfumata. La traduzione dei testi risulta infatti molto bella e il suono nemmeno tanto diverso dall'originale perché la musica degli Abba si adatta molto bene alla lingua italiana. Non si può fare con tutti i musical o con tutte le canzoni, specialmente nelle opere rock, non riesco ad immaginarmi ad esempio i brani di Jesus Christ Superstar cantanti in italiano. In questo caso invece l'adattamento è particolare ma non scioccante».

Lei in questo show canta, recita, suona e un pochino balla: qual è la cosa che fa meglio?
«Canto e recito, mi piace e ci riesco abbastanza bene. Non sono invece un ballerino... Diciamo che mi muovo sul palco, perché ballare non è la cosa che faccio meglio. Quello che conta è comunque riuscire sempre a divertirsi e trasmettere l'entusiasmo e la gioia di esserci e che attraversa chi è con me sul palcoscenico».

Qual è il momento che a suo avviso coinvolge maggiormente la platea?
«I momenti che preferisco sono quelli in cui da dietro le quinte vedo gli altri. Poi, quando sono sul palco, mi diverto e mi faccio coinvolgere anche io, ma in modo diverso. Mi piacciono i momenti corali in cui tutto si intreccia: la danza, il canto e la recitazione. Quando lo spettacolo diventa un tutt'uno è davvero, se mi è concesso il termine una "figata"».

Cosa c'è nel suo 2018 oltre Mamma Mia?
«Appena finisco la tournée di "Mamma Mia", dopo appena una settimana di prove riparto in tour con un altro lavoro teatrale, stavolta in prosa, «Cuori scatenati», di Diego Ruiz.

Guarda il VIDEO:

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