Economia / L’analisi

Carrello della spesa, l’impennata dei prezzi non si arresta: +17% in due anni

A gennaio un balzo del 5,4 per cento rispetto ad un anno fa, ma il trend su più piani è pesantissimo per le tasche dei consumatori. I dati di Trento: 117,7 euro per dodici prodotti. Nel 2022 per comprare le stesse cose 100,9 euro

IL REPORT Sempre più poveri in Trentino: raddoppiati in cinque anni

di Matteo Lunelli

TRENTO. Chiunque si rechi regolarmente a fare la spesa lo sa benissimo: l'impennata dei costi non si è arrestata. Volendo dare un numero e una percentuale alla sensazione che si ha, ogni volta, alla cassa, basta qualche calcolo sulla base delle rilevazioni dell'Osservatorio Prezzi e Tariffe del Ministero delle imprese e del Made in Italy. A gennaio 2024, scegliendo dodici prodotti di largo consumo, utili per colazione, pranzo o cena, in Trentino bisogna sborsare mediamente 117,7 euro.

Un anno fa, a gennaio 2023, per la stessa identica spesa bisognava sborsare circa sei euro in meno, ovvero 111,9. L'aumento in dodici mesi è stato quindi del 5,4%. Ma andando indietro nel tempo di un altro anno, quindi a gennaio 2022, ecco che la stessa spesa costava poco più di cento euro, più precisamente 100,9.

L'aumento in ventiquattro mesi è stato quindi del 17%, con la necessità per un consumatore di estrarre dal portafogli ben 16 euro e 80 centesimi in più. E, come si vedrà dal carrello della spesa che abbiamo scelto, con quelle quantità di cibo non si riesce a "tirare avanti" per chissà quanti giorni: possiamo dire, quindi, che quei 16,80 euro in più in due anni vanno messi in conto almeno tre volte al mese. E quindi stiamo parlando di oltre 600 euro all'anno di aumento per lo stesso carrello della spesa.

Entrando nel dettaglio dell'analisi, come accennato abbiamo selezionato prodotti di ampio consumo, presenti nelle dispense di ogni famiglia. Il Ministero per ognuno ha selezionato tre fasce di prezzo: uno minimo, uno massimo e uno medio. Chiaramente per ogni prodotto possono esserci ampie differenze di prezzo, sia a seconda del supermercato che si frequenta, sia a seconda della marca del prodotto stesso.

In Trentino rispetto a un anno fa le impennate di costo più alte riguardano l'olio extravergine di oliva, il caffè e il tonno in scatola. Alcune pietanza, in realtà hanno un prezzo in calo: è il caso, ad esempio, del burro e del miele. Interessante è il confronto con le province confinanti: per il carrello della spesa che abbiamo selezionato, infatti, recarsi a Verona non conviene. Lì, infatti, si spendono poco più di 120 euro, quasi 3 in più rispetto al Trentino. Ma è anche vero che in certi ipermercati veneti, valutando le offerte e acquistando solo determinati prodotti, risparmiare è possibile.

Più cara rispetto alla nostra provincia - ma in questo caso i dubbi erano pochi - anche l'Alto Adige: a Bolzano, infatti, lo stesso carrello, sempre a gennaio 2024, costa quasi dieci euro in più. Per curiosità abbiamo anche selezionato due città del centro e del sud Italia. E i prezzi, come preventivabile, sono più bassi, ma con una differenza percentuale non così ampia, ovvero di poco più del 4%. A Pescara si spendono 112,9 euro, mentre a Palermo 112,3 euro.

Infine - ahinoi altro tasto dolente per i consumatori - il capitolo carburanti. Considerando il prezzo medio di un litro di benzina verde e di un litro di gasolio, entrambi self service, e moltiplicando poi il prezzo per 40 - ovvero un pieno in una macchina di piccola o media cilindrata, quindi "popolare" - emerge che in tre anni si spendono oltre 10 euro in più per un rifornimento. A gennaio 2024 in Trentino la spesa per quaranta litri di "verde" è di 71,32 euro, in leggero calo rispetto a gennaio 2023 (73,24 euro), in aumento rispetto a gennaio 2022 (70,92) e in fortissimo aumento rispetto a gennaio 2021 (59,40).

Discorso simile per il gasolio: il "pieno" 2024 costa 70,44 euro, quello 2021 si ferma a 54,88 euro. Una differenza, quindi, decisamente importante: sono ben 15,56 euro in più. Ogni volta che si va a fare rifornimento. Nell'arco di pochi anni, quindi, per i consumatori è stata una mazzata: per fare un pieno servono una quindicina di euro in più e per fare la spesa oltre una ventina in più. Ogni volta.

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