Alimentari / Il caso

Salmonella e bimbi ricoverati in ospedale: si ferma la fabbrica di Ferrero in Belgio

Disposto il ritiro di tutti i prodotti Kinder fabbricati nell'impianto in Vallonia, compreso quelli distribuiti in Italia (dove non risultano casi individuati). Sono almeno 142 gli episodi registrati, distribuiti in vari Paesi europei. Le scuse della multinazionale: "Inefficienze interne hanno creato ritardi nei richiami"

TORINO. Ferrero ferma la produzione nello stabilimento di Arlon, in Belgio, per i casi di salmonella segnalati in diversi paesi europei.

La decisione dopo che L'Agenzia federale belga per la sicurezza della catena alimentare (Afsca), che ha sospeso l'autorizzazione alla produzione nella fabbrica, ha annunciato il ritiro di tutti i prodotti Kinder fabbricati nell'impianto in Vallonia.

Compreso quelli distribuiti in Italia, dove secondo il centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, l'Ecdc, non sono stati registrati episodi.

Salve invece le uova di Pasqua Kinder GranSorpresa perché prodotte ad Alba (Cuneo), dove nel lontano 1946 ha mosso i primi passi il colosso dolciario, che si dice "profondamente rammaricato" per la vicenda.

Dal 1973 Ferrero International SA, holding generale del gruppo che produce anche la celebre Nutella, ha la sede legale in Lussemburgo.

"Questo evento tocca il cuore dei principi nei quali crediamo, metteremo in essere ogni azione necessaria al fine di preservare la piena fiducia dei nostri consumatori", sono le scuse dell'azienda, per cui "la sicurezza alimentare e la qualità restano da sempre al centro".

Sono 142 i casi di Salmonella Typhimurium monofasica, 114 confermati e 28 probabili, collegati secondo l'Ecdc, che non cita mai la Ferrero, "a uno stabilimento di Arlon".

Il primo è stato individuato lo scorso 7 gennaio nel Regno Unito, dove si registra il numero più alto, 65, a cui si aggiungono i 26 casi probabili del Belgio, con i 25 confermati della Francia e i 10 dell'Irlanda. Altri Paesi dove si sono registrati casi confermati, sempre secondo l'Ecdc, sono Germania, Lussemburgo, l'Olanda, la Norvegia e la Svezia.

L'epidemia, spiega ancora l'Ecdc, è caratterizzata da una percentuale insolitamente elevata di bambini ricoverati in ospedale, alcuni con sintomi clinici gravi come la diarrea sanguinosa.

Sulla base di interviste con i pazienti e studi epidemiologici analitici iniziali, prodotti di cioccolato specifici sono stati identificati come la probabile via di infezione. I casi affetti sono stati identificati attraverso tecniche avanzate di tipizzazione molecolare. Poiché questo metodo di test non viene eseguito regolarmente in tutti i Paesi, alcuni casi potrebbero non essere rilevati.

Nei giorni scorsi Ferrero aveva già ritirato, a scopo precauzionale, diversi lotti di prodotti Kinder in vari Stati, ma qualcosa deve essere andato storto.

A riconoscerlo è la stessa Gruppo - 12,7 miliardi di fatturato globale e quasi 40mila dipendenti in tutto il mondo - secondo cui ci sono state "inefficienze interne che hanno creato ritardi nei richiami e nella condivisione delle informazioni".

Un problema che "ha impattato sulla rapidità e sull'efficacia delle indagini". Lo stop delle attività ad Arlon, nello stabilimento che ha sede in Rue Pietro Ferrero, era dunque "l'unica e corretta decisione da prendere al fine di garantire il massimo livello di sicurezza alimentare ed eliminare rischi ulteriori", sostiene la multinazionale, che ringrazia "per le preziose raccomandazioni ricevute" le autorità per la sicurezza alimentare, con cui continuerà a collaborare.

L'Afsca, dal canto suo, ha fatto sapere che seguirà da vicino le tappe intraprese da Ferrero e autorizzerà la riapertura dello stabilimento di Arlon dopo aver verificato che tutte le norme e i requisiti di sicurezza alimentare siano soddisfatti.

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