Turismo / Il Caso

Società unica per le funivie: tutto fermo, Folgarida e Sas, niente fusione. La Finanziaria Trentina lascia

Tra val di Sole e val Rendena si blocca la creazione di una grande realtà che riunisca tutti gli impianti sciistici del Trentino occidentale: Funivie Pinzolo, Madonna di Campiglio, Folgarida-Marilleva, Peio, Carosello Tonale.

di Giorgia Cardini

VAL DI SOLE / VAL RENDENA. Tra Grosté e Marilleva le "funi" sono ostinatamente ferme.

Nulla si muove, infatti, per quanto riguarda la creazione di una unica grande società che riunisca tutti gli impianti sciistici del Trentino occidentale: Funivie Pinzolo, Madonna di Campiglio, Folgarida-Marilleva, Peio, Carosello Tonale.

Né per quanto riguarda il primo step di questo sogno: la fusione per incorporazione di Funivie Folgarida-Marilleva in Sviluppo Aree Sciistiche spa.

Nulla si muove ma qualcosa cambia, facendo trapelare quanto ancora sia lontana la realizzazione del progetto per cui nel 2017 si mobilitarono Provincia, istituti di credito, società pubbliche e private, finanziarie, imprenditori in un'ottica di sistema che aveva forti profili innovativi.La novità, per ora, è "solo" questa: La Finanziaria Trentina spa è uscita il 1° aprile 2021 da Sviluppo Aree Sciistiche (SAS) spa, società costituita il 28 luglio 2017 davanti al notaio Paolo Toniolatti per rilevare all'asta il pacchetto di maggioranza di Valli di Sole Pejo e Rabbi spa e acquisire così il controllo di Funivie Folgarida Marilleva (FFM) spa.

Un'operazione concepita e realizzata in pochissimi giorni (con un'offerta di 30,8 milioni di euro), per evitare l'acquisizione degli impianti di risalita solandri da parte della finanziaria milanese Opm scarl, che aveva messo sul piatto dell'asta fallimentare 27,98 milioni per comprare Valli, battendo pochi giorni prima i francesi di Compagnie des Alpes. L'orizzonte, in quella fine luglio, era duplice: da una parte evitare speculazioni che non parevano avere un chiaro obiettivo industriale e che quindi potevano mettere a rischio l'economia solandra, basata in gran parte sull'industria dello sci; dall'altra, muoversi per costituire una grande e solidissima società, in grado di evitare altre possibile tempeste come quella legata al fallimento Aeroterminal, in cui era rimasta invischiata la famiglia Bertoli che controllava FFM, e di proporsi sui mercati internazionali come un attore di assoluto rilievo.

Come detto, però, a distanza di oltre tre anni, di questa nuova società non ci sono tracce. E proprio questo è il motivo per cui La Finanziaria Trentina ha ceduto il proprio pacchetto di azioni, del valore di 1 milione e pari al 3,03% del capitale sociale di SAS (che è di 33 milioni versati su 35 deliberati), a Funivie Madonna di Campiglio spa, che aumenta così il suo margine di controllo, passando da una quota del 69,70% a una 72,73%.

D'altra parte, fin dall'inizio La Finanziaria aveva aderito all'operazione sul presupposto che questa andasse avanti come stabilito dal protocollo approvato anche dalla giunta provinciale guidata da Ugo Rossi: dopo l'acquisizione e dopo la fusione per incorporazione di Valli di Sole Pejo e Rabbi spa in SAS (avvenuta nella seconda metà del 2019), un secondo passaggio - a stretto giro - prevedeva la fusione per incorporazione di FFM in SAS. Cosa, appunto, non avvenuta né in procinto di accadere: non se ne è parlato nelle ultime assemblee né pare se ne parla più nei cda e così in settembre La Finanziaria ha annunciato la propria intenzione di lasciare, concretizzata nei giorni scorsi.

Eppure, all'operazione avevano creduto in tanti. La Provincia, prima di tutto, che si era mossa coinvolgendo Campiglio, con una "chiamata" a cui la spa aveva risposto, insieme a molti altri:oltre a La Finanziaria, anche Isa spa, Itas Holding srl, Mediocredito Trentino Alto Adige spa, Fondazione Cassa di Risparmio, tutti mettendoci 1 milione ciascuno.

E gli operatori solandri riuniti nella Val di Sole Group spa, che avevano raccolto 5 milioni. Impegno privato ma anche pubblico, con Trentino Sviluppo che aveva sottoscritto due prestiti obbligazionari a medio-lungo termine per 21 milioni.

Insomma, una potenza di fuoco da 54 milioni per acquisire e rilanciare Funivie Folgarida Marilleva costituendo, entro i successivi quattro anni, quindi entro il 2021, la società unica del Trentino Occidentale con confini "sognati" al Tonale e a Pejo.Ora, in Valle di Sole - di fronte allo stallo e al silenzio - sta crescendo la convinzione che a bloccare tutto non siano il Covid e le conseguenze economiche portate dalla pandemia, ma due fattori intrecciati tra loro.

Prima di tutto, i dubbi di Funivie Madonna di Campiglio spa e del suo patron Sergio Collini (anche presidente di SAS spa) rispetto ai vantaggi dell'operazione proprio per la società campigliana che - non va dimenticato - si è molto esposta nel 2017, mettendosi in testa al gruppo di "salvatori" con 23 milioni di euro e contraendo un finanziamento di 25 milioni della Cassa di risparmio di Bolzano.In secondo luogo (ma c'è chi dice in primo), mancherebbe impegno e interesse nel perseguimento del progetto da parte della giunta provinciale guidata da Maurizio Fugatti, in carica dall'autunno 2018, e in particolare da parte dell'assessore al turismo Roberto Failoni, albergatore a Pinzolo.

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