Distanziamento, numero chiuso, mascherine: il mondo dello sci prepara la ripartenza in sicurezza

di Redazione Web

Questa sera, durante una conferenza stampa, il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti e l'assessore provinciale Roberto Failoni hanno confermato che in Trentino la stagione sciistica potrà ripartire il prossimo 17 febbraio.

In proposito oggi è stata emanata un'ordinanza che dettaglia in particolare i punti del protocollo di prevenzione covid cui bisogna attenersi nelel varie fasi dell'attività e anche prima e dopo, in tutto il corollario turistico che preoccupa per i rischi di contagio.

Previsti anche controlli rafforzati, con l'impiego anche degli agenti del cropo forestael provinciale nelle piste e nelle altre aree "a rischio" delle località turistiche.

«Dovremo essere molto attenti e saper dimostrare che il Trentino è capace di far ripartire il comparto in sicurezza, nel rispetto di norme severe, compreso il limite di presenze fissato al 30% della portata oraria degli impianti», ha spiegato Failoni.

Fondamentale, come si ripete da giorni, la riapertura della mobilità fra regioni in fascia gialla (l'unica dove è consentito riaprire le piste da sci ai turisti). Su questo punto, ha detto Fugatit, oggi c'è stata una prima interlocuzione fra il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, e il premier incaricato, Mario Draghi. A quest'ultimo il presidente dell'Emilia Romagna ha fatto presente la necessità che il prossimo govenro si occupi subito del divieto di spostamento fra regioni, previsto d aun decreto in vigore dal 21 dicembre scorso e che ora gli enti locali e gli operatori turistici auspicano sia lasciato decadere, anche perché altrimenti non avrebbe molto senso poter riaprire li piste da sci ai turisti che non possono arrivare.

Della questione domattina si discuterà in una seduta della Conferenza delle Regioni e Province autonome. Ma già oggi Bonaccini ha fatto presente a Draghi sia la massima disponibilità delle autonomie allo sforzo per contrastare il covid e per attuare il piano delle vaccinazioni, sia l'ugenza di provvedimenti per rilanciare un'economia pesantemente colpita.

«C'è una pandemia anche economica e sociale - ha detto Bonaccini - e bisogna impegnarsi per lo stop ad ulteriori chiusure e al momento più persone si vaccineranno e più tutti saranno tutelati.

Massima collaborazione con il presidente incaricato, anche perché abbiamo apprezzato le parole del presidente per irrobustire il piano vaccinale. Serve una più concertata condivisione, perché nessun governo senza compartecipazione degli enti locali può utilizzare al meglio gli oltre 200 miliardi di euro a disposizione. La riconversione ecologica e digitale è la sfida di domani ma serve anche una robusta semplificazione delle norme. Mai come questa volta la velocità è da abbinare ai provvedimenti che si prenderanno».


Steward per far tenere le distanze, un aumento del numero delle casse, prenotazioni on line permesse solo se i posti sono disponibili.

Sono tante le misure anti-assembramento e per il rispetto del numero chiuso (il 30% della portata oraria massima del comprensorio sciistico) che le regole indicate dal Comitato tecnico scientifico impongono e che gli esercenti funiviari sono pronti ad applicare.

Se gli impiantisti sperano di poter riaprire da mercoledì prossimo, restano ancora incertezze e preoccupazioni negli operatori. E si attende poi la nascita del nuovo governo di Mario Draghi per capire cosa si deciderà in maniera definitiva sia sulle riaperture degli impianti, sia su quella tra le regioni.

Intanto, si preparano per accogliere flussi potenziali di nuovi clienti anche i ristoranti e i rifugi che si trovano sulle piste, con una forte attenzione alla sicurezza. «I protocolli per la ristorazione ci sono, ma raccomandiamo massima attenzione sui rifugi di montagna e ai ristoranti sulle piste: occorre adattarsi tutti nel gestire al meglio i flussi che potrebbero arrivare con la riapertura degli impianti, occorre evitare situazioni che ci facciano passare da una situazione di vantaggio a una situazione di difficoltà» spiega Marco Fontanari , presidente dei Ristoratori aderenti all'Unione commercio.

Anche Ruggero Ghezzi , al vertice del Consorzio Paganella Ski, chiarisce che servirà tanta prudenza e attenzione, anche da parte di chi arriverà sulle piste. «Posto che stiamo ancora attendendo il protocollo ufficiale e che speriamo ci sia il via libera con una risposta sulla mobilità delle regioni - sottolinea Ghezzi - se si parte ci siamo attrezzati con una 50ina di mini-biglietterie negli alberghi, dei totem esterni per scaricare la tessera per sciare con il qr code sul telefonino. La raccomandazione è che lo sciatore che viene a trovarci si senta responsabile, che sia distante dagli altri, tenga la mascherina e sia paziente quando deve attendere il suo turno». In Paganella opera anche la società Paganella 2001 presieduta da Eduino Gabrielli: «Noi come il Bondone e Folgaria siamo i più decisi a riaprire anche se potessero venire solo per i trentini perché il nostro il bacino di utenza è più vasto di altri». Convinto di aprire «tutte le piste» anche Giulio Misconel, presidente delle Funivie Alpe Cermis in val di Fiemme. «Apriamo il 19 tutti i rifugi e gli impianti e diamo un messaggio di totale sicurezza. La nostra volontà è di dire che il Cermis c'è, inutile fare i conti economici, indipendentemente dai ristori, è impensabile lasciare la montagna senza sci una stagione intera. Abbiamo un sistema per cui il numero chiuso sulle piste sarà garantito. Abbiamo le prenotazioni on line e abbiamo messo le casse esterne in più per evitare le code e i distributori automatici».

La situazione al Dolomiti Superski è simile, anche se qui la situazione sulla riapertura è complicata dal fatto che l'Alto Adige è in lockdown fino a fine mese. Sui 1.200 chilometri di piste, la metà circa non riaprirà la prossima settimana, perché si trova in territorio sudtirolese. Per poter prenotare senza sorprese, evitando di vedersi chiudere la pista, lo sciatore potrà vedere sul sito se nella zona in cui vuole andare ci sono ancora posti liberi nella giornata scelta.

Per il Trentino ieri in una riunione tra gli impiantisti dell'Anef, la Provincia e l'Azienda sanitaria si è confermato il criterio del 30% della portata oraria massima per stabilire il numero massimo di sciatori che possono essere presenti nel comprensorio sciistico relativo. «Sì - sottolinea Luca Guadagnini , presidente di Anef del Trentino - ma all'avvio ci sarà un numero inferiore al tetto massimo, vogliamo capire come funziona il sistema e per questo ci terremo con un margine di sicurezza, anche per capire come impatta sulla ristorazione».

Preoccupata per il futuro è Valeria Ghezzi , presidente nazionale di Anef: «Gli scenari sono ancora tutti aperti, se non apriranno le regioni, apriremo qualcosa ma solo per i primierotti. La riapertura non mi sembra scontata, visto l'andamento dei contagi. A chi dalla giunta trentina dice che non possiamo sbagliare, dico che che ce la metteremo tutta per non sbagliare, ma siamo umani. Vorrei che vorrei che la politica ci desse una mano, non che dica che non possiamo sbagliare e che ci metta una spada di Damocle sulla testa. Certo è giusto che sia inflessibile sul rispetto delle norme, ma in otto ore di lavoro con il pubblico una svista, lo sappiamo, può sempre starci».

LA NUOVA ORDINANZA

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