Aeroporto di Verona boom di passeggeri

Piano di investimenti da 150 milioni di euro da qui al 2030, di cui 60 milioni in tre anni

di Francesco Terreri

Enrico Marchi , presidente di Save, che è il principale azionista dell'Aeroporto Catullo insieme alla Aerogest degli enti pubblici di Verona e della Provincia di Trento, rilancia il dialogo con Sacbo, la società che gestisce lo scalo di Bergamo Orio al Serio. In un'intervista a MF-Dowjones , Marchi sottolinea come l'ingresso di Save nel capitale di Catullo, avvenuto tre anni fa, abbia risanato lo scalo veronese, che si appresta a chiudere il 2017 in utile e con 3 milioni di passeggeri, il 10% in più dell'anno scorso.

A Verona, ricorda Marchi, c'è un piano di investimenti da 150 milioni di euro da qui al 2030, di cui 60 milioni in tre anni. Nel 2018 arriveranno quattro nuove compagnie, che si aggiungeranno alle 40 attuali, con nuove destinazioni. C'è però ancora molto da fare per Brescia Montichiari, dove sono già attivi voli per il trasporto merci, in particolare di Amazon e Alibaba per la Cina, ma si punta anche sui passeggeri: sono in corso dei colloqui con una compagnia aerea inglese.

«Abbiamo ripreso il dialogo con Bergamo - afferma Marchi - Siamo ancora in una fase del tutto preliminare ma mettere in rete gli aeroporti aiuterebbe l'intera filiera. Mettere insieme i tre aeroporti, Brescia, Bergamo e Verona, sarebbe interessante, è una strada che stiamo battendo». Il dialogo era stato avviato due anni fa e poi si era fermato, ma nel frattempo non è andato in porto neanche il memorandum d'intesa siglato da Sacbo con Sea (Linate e Malpensa). Marchi precisa che, qualora l'alleanza andasse in porto, «ogni scalo rimarrebbe con la sua identità». Sotto il profilo azionario «gli azionisti bergamaschi rimarrebbero in Sacbo, noi rimarremmo in Verona e metteremmo insieme Brescia».

Save è entrata nel capitale di Catullo con il 40%. «Siamo entrati con una quota di minoranza avendo però la gestione della società con l'obiettivo di dimostrare quello che siamo in grado di fare - sostiene Marchi - Se facciamo bene procederemo con il secondo passo, cioè salire all'80-90% del capitale e spero di poterlo fare nel 2018». Intanto, a seguito del finanziamento da 440 milioni per l'Opa lanciata dallo stesso Marchi insieme ai fondi di Deutsche Bank e Infravia su Save, il capitale del gruppo aeroportuale veneziano è finito in pegno a 11 banche, tra cui Intesa Sanpaolo, Unicredit e, in regione, Banca Popolare-Volksbank.

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