Sait, la protesta dei lavoratori arriva anche in consiglio

La vertenza Sait è stata analizzata e discussa ieri in un incontro tra sindacati e consiglieri provinciali trentini, alla presenza di una quarantina degli 82 addetti della sede di via Innsbruck a Trento, attualmente posti dal consorzio cooperativo in cassa integrazione a zero ore e senza rotazione. A chiedere un incontro al presidente Bruno Dorigatti è stato nei giorni scorsi il sindacato Cgil, a quasi un anno da analogo confronto, durante il quale i consiglieri provinciali respinsero l’ipotesi di 130 esuberi al Consorzio delle cooperative di consumo trentine.

Non c'è stato, invece, l'incontro con la giunta provinciale e gli assessori competenti.

È stato Roland Caramelle (Filcams) ad aggiornare la situazione. Ha spiegato che mentre s’ingrossano le fila degli impiegati e addetti di magazzino cassintegrati, contemporaneamente si registra che il lavoro non manca, grazie anche alle ottime performance del settore turistico. A fronte di questo, si vuole capire se sia vero che Sait ricorre di fatto a un potenziamento del personale attraverso la cooperativa interna Movitrento, mentre anche la controllata Gol pare rinforzi le proprie fila. Anche il segretario generale della Cgil trentina, Franco Ianeselli, ha affermato che «qualcosa di strano è avvenuto» e che il sindacato prova «preoccupazione e rabbia.

Chiediamo che il Sait - ha sostenuto - assicuri massima trasparenza e dimostri responsabilità sociale». Una terza voce oggi è stata quella di Ivo Berengan, buyer dell’ufficio acquisti Sait: ha chiesto che l’azienda metta sul tavolo l’analisi aziendale che sta alla base della scelta strategica di disfarsi di quasi un terzo del personale.
Dorigatti si è impegnato a rivolgere al governo provinciale una missiva - sottoscritta dal più ampio numero di consiglieri e al di là degli schieramenti politici - per sollecitare l’apertura di un tavolo sul caso Sait, cui siedano anzitutto gli assessori provinciali di merito.

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