Le mele appese al mercato africano Bilancio di Melinda, previsione a 0,41

di Nicholas Chini

Ieri nella sala conferenze della cooperativa Cocea è stato presentato il bilancio di previsione di Melinda. Di fronte all’ «assemblea dei 300» è stato presnetato il bilancio di previsione di Melinda. Dell’assemblea, ospitata ieri nella sala conferenze di Cocea, fanno parte tutti i consiglieri delle 16 cooperative che compongono il Consorzio. Il bilancio di previsione verrà approvato nelle prossime settimane dal Consiglio di Amministrazione di Melinda, composto dai presidenti della cooperative.

All’assemblea il bilancio è stato illustrato dal presidente Michele Odorizzi, con il direttore generale Paolo Gerevini e dai responsabili dei vari settori. I vertici del Consorzio hanno spiegato che il margine di errore del bilancio di previsione, rispetto a quello consuntivo, nell’esperienza di Melinda è sempre stato di 5-6 punti percentuali sia in positivo che in negativo.

Per questo il bilancio è estremamente indicativo di quelle che saranno le sorti economiche frutticole della valle relativamente alla stagione conclusa.
Gli strumenti e i criteri utilizzati per cercare di prevedere nella maniera più precisa possibile i «trend» dei ricavi e dei costi dell’ultimo raccolto sono stati gli stessi delle passate stagioni.

Per quanto riguarda i ricavi, un dato positivo è la produzione europea inferiore del 5% rispetto alla passata stagione 2015. La produzione totale di Melinda è stabile, con un leggero calo del 2% e le caratteristiche qualitative delle mele raccolte in autunno sono migliori dell’anno precedente.

Nel 2015 infatti il 30% del prodotto era stato danneggiato dalla grandine e ciò aveva pesato sul prezzo di vendita e quindi sulla remunerazione dei contadini. A livello italiano si mantengono invece stabili sia la produzione di mele (circa 2.300.000 tonnellate) che la produzione della varietà Golden, che è il cavallo di battaglia del Consorzio.

Nonostante le molte premesse positive, l’inizio della campagna commerciale si è dimostrato più problematico del previsto. Negli ultimi 5 anni il calo della quantità di mele esportate in Germania si è attestato al 10%, ma è stato compensato da un aumento delle esportazioni nei Paesi del Nord Africa (Algeria, Libia Egitto) e del Medio Oriente.

In questi Paesi allo stato attuale le forti tensioni interne rendono difficoltosa e talvolta impossibile l’esportazione delle mele e si tratta quindi di mercati in flessione.

Lo scorso dicembre inoltre si è rivelato anomalo dal punto di vista delle vendite, generando giacenze inaspettate. A livello europeo, a metà dicembre le giacenze di mele Golden risultavano inferiori allo scorso anno solo dell’1%, nonostante una produzione iniziale inferiore del 5%.

Anche per Melinda la vendita di questa varietà nel mese di dicembre è risultata essere la peggiore degli ultimi anni, confermando il trend europeo. Per quanto riguarda i costi complessivi previsti del «sistema Melinda» per la campagna in corso, è emersa la sostanziale stabilità, soprattutto per quel che riguarda la lavorazione del prodotto e l’ammortamento degli investimenti.

Valutate le prime campionature del prodotto e considerata la situazione del mercato, i tecnici di Melinda hanno previsto una remunerazione di 0,410 euro al chilo distribuibile al socio per ogni chilo di mele conferito, industria compresa. Il dato risulta così in crescita rispetto alle ultime due annate agrarie, le remunerazioni dello scorso anno infatti si erano fermate a 0,362 euro al chilo. Al valore della remunerazione va abbinato il soddisfacente conferimento in termini quantitativi, che garantirebbe - è stato detto - la sostenibilità economica ai produttori di mele della Val di Non.

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