Hit: piano di azione per nuove aziende

di Domenico Sartori

Il piano strategico triennale è praticamente definito: i soci di Hit, con la condivisione della Provincia, lo approveranno in assemblea, prima di Natale. L'attesa è grande per il consorzio Hit (Hub Innovazione Trentino) nato sulle ceneri della fallimentare, e penalmente rilevante, vicenda di Trento Rise. Hit è nato con un approccio e una mission diversi. È una struttura leggera (oggi Hit conta su 14 addetti), con 2,5 milioni di budget, per fare da interfaccia tra i quattro soci: Università di Trento e Fondazione Bruno Kessler (che erano i soci di Trento Rise), con Fondazione E. Mach e Trentino Sviluppo.

Di fatto, Hit è operativo da gennaio, affidato dapprima a Mauro Casotto , e da fine maggio ha un nuovo board: Anna Gervasoni , docente presso l'Università Carlo Cattaneo - Liuc di Castellanza e direttore generale di Aifi (Associazione italiana dei private equity e del ventur capital) ne è la presidente; Alessandro Commito , «rubato» all'Imperial College di Londra, ne è il direttore. Sul versante più operativo, l'anima locale è rappresantata dal vicepresidente Mauro Casotto (Trentino Sviluppo) e dal vicedirettore Andrea Sartori . 

Cos'ha combinato Hit nei primi mesi di vita? E, soprattutto, cosa intende fare in futuro, per rispettare il primo obiettivo della sua missione: colmare il gap tra mondo della ricerca made in Trentino e mondo delle imprese? L'attesa è grande proprio in considerazione dell'enorme volume di risorse che la Provincia immette nel sistema ricerca, tra Università, fondazioni ed altri enti: qualcosa come 185 milioni l'anno (senza contare i finanziamenti diretti alle imprese).

«Il bilancio dei primi mesi è molto positivo» spiega la presidente Gervasoni «abbiamo pensato ad un nuovo modello avanzato di technology transfer . Hit è la prima struttura in Italia che opera in questa direzione». Quanto al piano strategico triennale 2017-'19, la presidente anticipa: «È ambizioso ma realizzabile. Il Trentino è una realtà decentrata, ma presenta grandi opportunità. È mia intenzione, una volta approvato, presentarlo anche al mondo delle imprese».

Cosa prevede per il 2017? «Ci siamo dati numeri precisi da raggiungere e tempistiche da rispettare. Nel 2017, puntiamo all'attivazione di cinque startup di qualità e ad almenoo altrettante collaborazioni industriali di imprese con i nostri soci. Meglio avere 5 startup che poi diventano aziende di 100-150 addetti che averne 150 costituite dal fondatore e da un addetto».

A fine ottobre, a Rovereto, Hit ha promosso con Trentino Sviluppo l'evento «VenturUp», la piattaforma promossa da Aifi e Fondo italiano di investimento che ha fatto incontrare 110 startup (il 30% trentine) e 20 investitori privati nazionali in 400 incontri one-to-one. «È stata un'esperienza forse azzardata, mai fatta una cosa del genere in Trentino, ma che considero positiva. Vedremo quali risultati porterà, ma abbiamo dimostrato che si può fare» dice Gervasoni, che aggiunge: «Una volta capito meglio la mappa su cui lavorano i ricercatori trentini, dalla meccatronica all'agrifood, l'idea è anche quella di sviluppare contatti settoriali con Confindustria». Il budget di 2,5 milioni, confermati dalla Provincia con la Finanziaria 2017, è sufficiente? «È un budget molto mirato, ma noi stiamo molto attenti alla gestione: il presidente viaggia in seconda classe, ho in parte origini genovesi» scherza Gervasoni «conto molto sul lavorare assieme, in staff piccoli e agili, evitando le megastrutture. Facendo tesoro della storia infelice (Trento Rise, ndr) che abbiamo alle spalle».

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