Rurali, 95 adesioni al gruppo che sta nascendo a Trento

Sono arrivate a novantacinque le adesioni al progetto per il gruppo bancario trentino.

A fare il punto sul percorso, ieri, sono stati il presidente Giorgio Fracalossi e il direttore generale Mario Sartori, che hanno presentato le ragioni e il piano strategico del progetto di costituzione del gruppo bancario a tutti i dipendenti e collaboratori delle varie società del gruppo riuniti al Palarotari di Mezzocorona.

Un percorso importante, entrato ormai nella fase cruciale, che mette al centro la banca del credito cooperativo.

«È a voi che vogliamo trasmettere l'entusiasmo e la voglia di diventare protagonisti di questo progetto - ha sottolineato Fracalossi - è una storia da scrivere insieme che si fonda sulla qualità, la competenza e la professionalità che ciascuno dimostra ogni giorno. Siamo passati del tempo della visione a quello della realizzazione. A vincere è sempre la squadra e noi, tutti insieme, siamo indubbiamente in grado di evolvere e pianificare il cambiamento del credito cooperativo».

La riforma, approvata dal governo e resa operativa da Banca d'Italia mira a rafforzare il settore. Per Cassa centrale banca si tratta di un passaggio epocale, ovvero passare da un sistema integrato a Rete a un Gruppo bancario cooperativo.

La responsabilità di garantire la continuità e lo sviluppo di questo mondo industriale, si è sottolineato, deve essere assunta anche da tutti i collaboratori e dipendenti.

Ma c'è anche la consapevolezza che la storia di successo e di centralità del servizio alle Bcc di Cassa Centrale e delle società di riferimento deve evolversi e fondersi nel nuovo gruppo che si intende costituire. Il direttore Sartori, dopo aver ricordato i risultati raggiunti sul fronte bancario, informatico, assicurativo, di servizi outsourcing sono un prezioso viatico, aggiunto:
«Non dobbiamo mai dimenticare il valore straordinario che sono le banche di credito cooperativo, e il vantaggio della relazione e della conoscenza del territorio.Dobbiamo consolidare un'efficace integrazione che promuova la redditività, l'efficienza, la crescita e la stabilità del nostro sistema».

L'architettura del nuovo gruppo bancario ha la propria carica innovativa nella ricerca di un equilibrio fra i valori fondanti della cooperazione di credito e le logiche del mercato dei capitali. «Siamo tutti coinvolti a progettare il nostro futuro», ha concluso il direttore generale Mario Sartori.

Le spinte e sollecitazioni che in queste settimane cassa centrale ha raccolto consentono di stimare prudenzialmente in almeno 95 le rurali che potrebbero far parte del  gruppo.

«In altre parole - ha detto Sartori - potremmo diventare il secondo o terzo gruppo bancario a livello nazionale con 1198 sportelli, 8800 collaboratori, oltre 62 miliardi di raccolta diretta e indiretta con un Cet 1 ratio di 15.2. Sarà uno dei gruppi più patrimonializzati d'Italia, estremamente solido».

È certamente una sfida complessa, ha quindi concluso Mario Sartori, «ma sono certo che la riforma libererà nuove energie capaci di aprire concrete prospettive di sviluppo. Questa sfida ci fa vedere il mondo un po' diverso, sentiamoci tutti chiamati al massimo impegno».

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