Tassullo fallita, crac da 50 milioni di euro Le prospettive dei 72 dipendenti si fanno cupe

Le prospettive dei 72 dipendenti si fanno cupe

di Francesco Terreri

Con un'autentica requisitoria sull'«incapacità di far fronte alle proprie obbligazioni» e su prospettive «contrarie ai dati di realtà» delineate dall'azienda, il Tribunale di Trento ha revocato l'ammissione della Tassullo Materiali al concordato preventivo e ne ha dichiarato il fallimento. Le istanze, oltre alla segnalazione ex articolo 173 della legge fallimentare del commissario giudiziale Alberto Bombardelli , erano state presentate dalla Procura della Repubblica e da tre creditori, tra i quali il colosso del cemento Buzzi Unicem, azionista della holding Tassullo spa.

L'attività produttiva non viene interrotta, ma va in mano allo stesso Bombardelli, nominato curatore fallimentare, e all'amministratore giudiziario Stefano Zotta , che diventa coadiutore del curatore. Certo però le prospettive per i 72 dipendenti, i 600 soci della Tassullo spa, già messa in liquidazione, e per tutta l'attività economica che ruotava attorno al gruppo noneso diventano molto più cupe.

La sentenza di fallimento è stata pronunciata il 21 luglio dal collegio presieduto da Monica Attanasio con i giudici Renata Fermanelli e Adriana De Tommaso ed è stata pubblicata ieri. Alla Tassullo Materiali fanno capo gli stabilimenti di Tassullo, Mollaro e Solferino, le cave e il progetto delle grotte ipogee per le mele e i computer nella miniera di Rio Maggiore. Lo stato passivo della società ammonta a 53 milioni di euro. L'attivo si ferma a 30 milioni e quindi il «buco» patrimoniale è di 23 milioni.


Il provvedimento del Tribunale, in primo luogo, ritiene «destituito di ogni fondamento» l'assunto dei legali dell'azienda sull'inammissibilità delle richieste di fallimento in pendenza di procedura di concordato. La Tassullo Materiali infatti, per i giudici, è già in stato di insolvenza. L'azienda, si legge nella sentenza, «ha presentato la domanda di concordato con riserva quando già si trovava in una conclamata situazione di incapacità di far fronte regolarmente all'adempimento delle proprie obbligazioni», tanto che al momento della domanda aveva già subìto pignoramenti «e si era vista pignorare financo il macchinario utilizzato per i lavori di scavo delle grotte ipogee».

Nella stessa proposta di concordato, notano i giudici, di descriveva una situazione caratterizzata da un prolungato calo del volume d'affari e da una tensione finanziaria «tale da ostacolare il regolare approvvigionamento di materia prima e servizi». Situazione ulteriormente aggravata dal crac della Tassullo Romania, dove il gruppo ha bruciato 10 milioni. Il concordato in continuità era stato poi trasformato in concordato liquidatorio. Rimaneva però «l'affermazione del carattere meramente temporaneo e reversibile della crisi» legato al nuovo ramo di attività delle celle ipogee.

Su questo ramo aziendale, gli amministratori della Tassullo Materiali avevano commissionato una nuova perizia che lo valutava 24 milioni, il doppio della stima precedente. Ma la perizia, osservano i giudici, è condizionata all'attuazione di un business plan pieno di incognite che prevede, tra l'altro, che nel 2017 si vendano spazi ipogei alla consorella Dct, l'azienda dei data center in grotta, per 2,7 milioni «previa però ricapitalizzazione della stessa fino a due milioni». Altri 2,7 milioni dovrebbero essere apportati dalla controllante Tassullo spa, che intanto è finita in liquidazione.

Insomma, afferma il Tribunale, «si ripropone la prospettiva di una prosecuzione dell'attività aziendale» che si presenta «contraria ai dati di realtà emersi nel corso della procedura», dall'incapacità di trovare i finanziamenti al fallimento degli aumenti di capitale della controllante, alle stesse due aste della Tassullo Materiali andate deserte benché il prezzo del ramo celle ipogee fosse la metà dei 24 milioni stimati dall'azienda.


In questo quadro i giudici accolgono le istanze di fallimento. Tuttavia il Tribunale dispone l'esercizio provvisorio e la prosecuzione dell'attività d'impresa, un obiettivo ritenuto ancora possibile malgrado i risultati non positivi della gestione interinale a seguito della condotta del cda censurata nel provvedimento di revoca del 4 maggio. L'ultima relazione dell'amministratore giudiziario Zotta, infatti, «prefigura interventi sulla struttura organizzativa e produttiva di Tassullo idonei a condurre ad una riduzione dei costi e ad una situazione di sostanziale equilibrio economico e finanziario della gestione». Per evitare interruzioni della continuità aziendale, Zotta viene quindi nominato coadiutore del curatore fallimentare.

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