Cantine Ferrari, utile record a 8 milioni

di Francesco Terreri

Cantine Ferrari chiude il 2015 con un fatturato in crescita del 12% a 56 milioni di euro e un utile record pari a 7,8 milioni, quasi il doppio dei 4 milioni dell'anno precedente. I conti consolidati, dove alle bollicine Trentodoc si aggiungono i vini Tenute Lunelli, la grappa Segnana, l'acqua Surgiva e, dall'anno scorso, il Prosecco superiore Bisol, arrivano a 84 milioni. Ma quest'anno si replica. Gli spumanti crescono già a doppia cifra, la previsione annuale è di un +10%. Il bilancio di gruppo dovrebbe arrivare a 90 milioni, con un incremento del 7%. «Il canale motore è l'horeca - spiega il presidente Matteo Lunelli - il successo arriva soprattutto nella ristorazione e negli aperitivi. E stiamo portando il Trentodoc all'estero».

Lo scorso 6 maggio l'assemblea di Ferrari F.lli Lunelli ha approvato il bilancio 2015, destinando l'intero utile e altri 2,8 milioni di utili pregressi, per un totale di 10,6 milioni, a dividendo per il socio unico Lunelli spa, la holding del gruppo. Che rafforza così le sue risorse, precisa Lunelli, «per continuare a investire nella campagna, nella qualità del prodotto, nella promozione». Nella campagna, in particolare, Ferrari sta concludendo i tre anni di trasformazione in produzione biologica. «Il 2017 - annuncia Lunelli - sarà la nostra prima vendemmia certificata bio».

L'assemblea ha inoltre approvato l'ingresso in cda di Lino Benassi , presidente della Finanziaria Trentina, già nel consiglio della holding, che si aggiunge come consigliere indipendente a Armando Branchini , vicepresidente della Fondazione Altagamma, di cui lo stesso Matteo Lunelli è vice. «Il 2015 è stato positivo sia quantitativamente che qualitativamente» afferma Lunelli, che sottolinea il lavoro della squadra aziendale, di cui è «motore» il nuovo direttore Beniamino Garofalo . Il fatturato di Cantine Ferrari supera i 56 milioni, quello di Bisol, la casa del Prosecco superiore di Valdobbiadene ora controllata dal gruppo Lunelli, è di 20 milioni, il resto sono vini fermi, grappa, acqua minerale. Il risultato operativo, balzato a oltre 11 milioni, e l'utile record sono favoriti dalla conclusione dell'ammortamento del marchio. I debiti netti, pari a 1,1 milioni, sono quasi azzerati. Intorno ai 30 milioni, invece, quelli del gruppo a seguito dell'acquisizione di Bisol. Il patrimonio netto è salito oltre gli 80 milioni.

«L'export di Ferrari cresce ma è ancora sotto il 20%. L'export del gruppo invece è arrivato a circa 20 milioni, il 23% del totale» sottolinea Lunelli. Che rimarca anche i successi qualitativi, «i tanti premi internazionali un tempo non riservati alle bollicine italiane» come la nomina a Londra a «Sparkling Wine Producer of Year». Il 2015 poi, ricorda Lunelli, «è stato l'anno dell'Expo, un risultato non scontato». Quest'anno il trend prosegue. «Continuiamo ad andare bene, molto sopra il 10% di crescita. Siamo particolarmente soddisfatti del successo delle etichette più prestigiose, Giulio Ferrari e Ferrari Perlè, soprattutto nella ristorazione e nei locali di tendenza. Anche se non dimentichiamo la grande distribuzione, in particolare per il Natale e il fine anno».

«Tutto questo è positivo per il Trentodoc - sostiene Lunelli - Quest'anno è il primo della promozione comune del Trentodoc all'estero, in America. E continueremo nel 2017». Ferrari sarà alle Olimpiadi di Rio a Casa Italia, con lo chef stellato Davide Oldani . «Cibo, bollicine e design italiano. Speriamo di brindare anche ai successi italiani».

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