Credito cooperativo, la Camera vota la riforma Meno complicato evitare la holding nazionale

Il governo incassa la fiducia dell'Aula della Camera sul decreto banche, contenente la garanzia dello Stato sulle sofferenze e la riforma del credito cooperativo. I voti a favore sono stati 351 e 180 i voti contrari, mentre in serata è arrivato il via libera finale con 274 sì e 114 no.

Nelle intenzioni dell'esecutivo, il testo uscito dalla commissione Finanze della Camera dovrebbe essere quello definitivo. Dribblato l'ostruzionismo del Movimento 5 Stelle e approvato il decreto a Montecitorio, il provvedimento passa ora al Senato per la seconda lettura e, considerata la pausa di Pasqua ed i tempi stretti (la scadenza è il 15 aprile), non dovrebbe subire modifiche.

Sulla richiesta del 51° voto di fiducia del governo Renzi, avanzata dalla ministra Maria Elena Boschi, non sono mancate le polemiche sulle vicende del padre della esponente dell'esecutivo implicato nell'inchiesta su Banca d'Etruria. La strada per il via libera definitivo al provvedimento (ora atteso al Senato) è stata però in discesa, forse facilitata dal calendario che da oggi prevede per i parlamentari le vacanze pasquali.

Ecco alcune delle novità introdotte per il credito cooperativo.

- WAY OUT STRETTA, SCELTA IN 2 MESI: è la principale modifica al testo varato dal governo. Le Bcc che non vorranno aderire alla holding, con più di 200 milioni di patrimonio netto al 31 dicembre, avranno 60 giorni dalla conversione definitiva del decreto per decidere, da sole o con altre più piccole, di fare istanza a Bankitalia per conferire l'attività bancaria a una Spa. Ottenuto il via libera scatterà il modello della coop che controlla la Spa, dopo il pagamento del 20% del patrimonio netto come tassa straordinaria. Le riserve indivisibili, questo lo scoglio maggiore che è stato superato, restano tali, in capo alla coop, che dovrà comunque cambiare la sua mission sociale. Inserito anche il diritto di recesso dalla holding, per chi volesse uscire in un secondo momento. Alternative rimangono però solo la liquidazione o la trasformazione in Spa, lasciando comunque le riserve.

- SOTTOGRUPPI NELLA HOLDING, BCC RAIFFEISEN AUTONOME: resta la soglia di 1 miliardo di patrimonio per la holding capogruppo, che potrà avere al suo interno sottogruppi territoriali a loro volta legati alla holding dal contratto di coesione come le singole Bcc. Resta autonomo, invece, il gruppo bolzanino Raiffeisen. Via libera anche alla costituzione di un fondo ad hoc per sostenere le Bcc nella transizione.

- GACS NON SOLO PER LE BANCHE: la garanzia sulla cartolarizzazione degli Npl potrà essere chiesta anche "dagli intermediari finanziari iscritti all'albo" e il fondo passa da 100 a 120 milioni. Si potranno vendere, altra modifica, sofferenze non oltre "il loro valore contabile netto alla data della cessione". Introdotta anche maggiore flessibilità per gestire la relazione con le agenzie di rating.

- SCONTO ASTA A CHI COMPRA PRIMA CASA, SENZA RIVENDITA: al privato che compra all'asta la prima casa spetta lo sconto sulla tassa di registro senza l'obbligo di rivendere l'immobile. Inserito un paletto 'anti-speculatorì.

- 2 GIORNI IN PIÙ A CHI PAGA MULTE CON HOME BANKING: lo sconto del 30% sulle multe pagate entro 5 giorni sarà valido, per chi non paga in contanti o via conto corrente postale, anche se il pagamento arriverà fino a due giorni dopo la scadenza. La modifica si è resa necessaria dopo una interpretazione della norma sullo sconto che considerava la validità della data in cui il pagamento veniva accreditato all'ente, non quella del pagamento in sè (nei bonifici, ad esempio, non corrisponde).

- FINISCE L'ANATOCISMO, SCATTA LO STOP: arriva il divieto, considerato definitivo, al pagamento degli interessi sugli interessi, anche sui finanziamenti a valere sulle carte cosiddette 'revolving". Con la norma si stabilisce che la maturazione degli interessi non potrà essere inferiore ad un anno, che gli interessi debitori a carico del cliente non possano "produrre interessi ulteriori" e che siano conteggiati al 31 dicembre ed esigibili da marzo dell'anno successivo. 


DELLAI: «Modificato positivamente il testo proposto dal governo»

«La realtà della cooperazione, anche nel credito, va difesa come segno di un pluralismo di modelli di impresa: il sistema va dunque rafforzato e dotato di robuste garanzie per i risparmiatori, ma non snaturato».

Lo ha detto il deputato trentino Lorenzo Dellai, ex presidente provinciale, nella sua dichiarazione di voto a favore della fiducia posta dal governo sul decreto banche.

Dellai ha richiamato «le significative modifiche apportate in Commissione al testo iniziale del provvedimento».

«Se la fiducia fosse stata posta sul decreto così come inizialmente uscito dal governo - ha detto - saremmo stati in serio imbarazzo. Quel testo metteva in conflitto tre principi costituzionali, quali la filosofia cooperativa, la libertà d’impresa e la tutela del risparmio.

Le correzioni apportate anche su nostra richiesta hanno reso accoglibile il testo, in quanto è stata eliminata la possibilità di privatizzazione del patrimonio delle Bcc intenzionate ad affidare ad una spa l’attività bancaria e si sono previste modalità più ragionevoli per la costituzione dei gruppi bancari cooperativi».

«Inoltre - ha proseguito Dellai - si è  prevista la possibilità di sottogruppi territoriali: questo è un segnale importante per consentire la valorizzazione delle esperienze cooperative positive e solide presenti in varie realtà del Paese, riducendo il rischio di rendite di posizione in capo alle strutture centrali del movimento».

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