Borzaga; sulle Bcc un pasticcio legislativo

Per le Casse rurali trentine, e per le banche di credito cooperativo in genere, continua il «pasticcio legislativo». Questo è ciò che pensa il professor Carlo Borzaga, preside della facoltà di Economia di Trento e uomo della cooperazione, della riforma del credito presentata in Parlamento dal governo Renzi. Nessuna novità positiva nemmeno nel cambio annunciato della cosidetta way out. «È una stupidaggine. Punto e basta».

Professor Borzaga, l'emendamento Sanga non potrebbe offrire margini per trovare una soluzione «tipo Nosio», cioè spa ma con controllo finale di una cooperativa, comunque?

«Il risultato finale può essere simile, ma il processo è diverso. In casi come la Nosio la coop decide che una parte dell'attività, generalmente attività in progetto o comunque da sviluppare, viene realizzata attraverso una forma societaria diversa da quella cooperativa, ma di cui la coop mantiene il controllo. Siamo dentro un processo di sviluppo e la cosa funziona, il proprietario rimane all'interno della cooperativa. Stiamo facendo un'indagine come Euricse e le controllate sono circa 2.000, in tutte le forme di cooperazione. Nella way out invece è una banca cooperativa che viene obbligata, di fatto, se decide di non entrare nel gruppo, a diventare una specie di Fondazione: quindi deve esternalizzare su una spa tutta l'attività specifica, bancaria, non una parte sola. Cosa resta della coop? Solo un soggetto la cui unica funzione non è più fare credito ma governare la proprietà di una spa. Non si sentiva il bisogno di ciò in Italia».

Niente di veramente nuovo e positivo quindi nella proposta Sanga.

«Una stupidaggine, punto e basta. Comunque va contro lo stesso senso della banca di credito cooperativo, che è fare credito ad un certo modo, diverso dalle grandi banche. Un pasticcio inventato da Nicola Rossi che faceva il consigliere di una banca che non voleva aderire al gruppo e allo stesso tempo del governo (tanto per non parlare di conflitto di interessi). Come economista non capisco: perché quella spa dovrebbe funzionare meglio della banca di credito cooperativo, visto che avrà le stesse dimensioni e la stessa governance, per quale miracolo dovrebbe funzionare meglio? Bastava permettere che le banche di una certa dimensione, con una situazione economica tranquilla, non aderiscano al gruppo e continuino a svolgere la loro normale attività bancaria. Perché no? Perché tutto il credito cooperativo deve partecipare? In Francia ci sono quattro gruppi di banche, perché in Italia uno solo? Se un istituto di credito ha una certa dimensione, per un certo periodo di tempo perché non dovrebbero poter rimanere fuori? Perché tutti e da domani mattina? Un pasticcio».

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