Contratti, oggi la protesta in alcune catene alimentari

Oltre duemila lavoratori trentini del settore commercio - impiegati soprattutto nelle aziende di distribuzione alimentare del territorio provinciale - nella giornata di sabato 19 dicembre sono chiamati a incrociare le braccia per protestare contro il mancato rinnovo contrattuale.

A poche settimane dallo sciopero nazionale di categoria che ha portato migliaia di lavoratori in piazza, i sindacati Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs hanno infatti proclamato una nuova giornata di mobilitazione per cercare di risolvere una situazione che ormai si protrae da due anni, in ragione della frammentazione della contrattazione tra le associazioni di categoria e quelle che invece rappresentano la parte datoriale.

Assieme agli iscritti e ai dipendenti del gruppo Aspiag (Despar e Interspar), Pam-Oviesse, Superstore e Famiglie cooperative, i sindacati hanno chiesto a tutti i consumatori trentini di condividere le ragioni dello sciopero, rinunciando a fare la spesa sabato 19 in tutti i punti vendita interessati dalla vertenza.

«A 24 mesi dalla scadenza del contratto - ha spiegato Roland Caramelle, segretario della Filcams del Trentino - esistono ancora alcune grandi imprese che spingono per avere un contratto differente da quello concordato tra sindacati e Confcommercio, promuovendo una forma di concorrenza sleale tra gruppi commerciali. Di fatto, si cerca di favorire una sorta di dumping tra aziende basato non tanto sulla capacità di offrire prodotti a migliore prezzo, quanto comprimendo i diritti dei propri impiegati».

La vertenza tra lavoratori e aziende per il rinnovo del contratto collettivo ha avuto inizio con la scissione interna a Confcommercio, che ha portato alla fuoriuscita di Federdistribuzione e al rigetto dalla bozza unitaria presentata dalle associazioni di categoria a Confesercenti e Distribuzione cooperativa. Stando a quanto riferito da Caramelle, Walter Langer (Uiltucs) e Lamberto Avanzo (Fisascat), dopo il primo sciopero dello scorso novembre, non sarebbe stato compiuto alcun passo in avanti, a causa «dell'indisponibilità delle tre associazioni interessate».

Secondo i dati presentati dai sindacati, in questo momento circa l'80% dei lavoratori del commercio avrebbe sottoscritto il nuovo contratto elaborato in accordo con Confcommercio ad inizio anno, mentre il restante 20% si troverebbe con il contratto bloccato al dicembre del 2013. A creare contrasti tra sindacati e imprese, sarebbe la volontà delle aziende di ridurre le indennità di malattia ed il salario.
Secondo le stime elaborate in base alle assemblee tenutesi nelle scorse settimane, sabato più del 40% dei lavoratori interessati dovrebbe partecipare allo scio

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