Orvea, Poli cancella l'integrativo Scontro sul contratto aziendale

È braccio di ferro tra l'Orvea del gruppo supermercati Poli e i sindacati. Al centro dello scontro la decisione della proprietà di cancellare, a partire dal prossimo ottobre, il contratto integrativo per i circa 400 addetti della catena della grande distribuzione. Secondo i sindacati, che minacciano di ricorrere in tribunale se il gruppo Poli non ritirerà la disdetta, la decisione «è illegittima» perché l'integrativo siglato nel 2012 contiene una clausola che lo rende disdettabile solo a partire dal 2018.

Per quanto riguarda i calcoli su quanto mancherebbe ai dipendenti, in media, spiega Roland Caramelle del terziario della Cgil, si tratta di circa 150 euro medi mensili per un lavoratore di quarto livello (circa un 10% in meno). Di fatto un taglio di circa 2.000 euro all'anno su salari che in media sono di 1.200 euro al mese netti.

La disdetta, secondo la lettera inviata ai sindacati, è operativa dall'ottobre di quest'anno e, come spiega anche Vassilios Bassios: «La presa di posizione dell'azienda è forte e porta alla cancellazione di tutto quanto è stato contrattato a livello integrativo in precedenza - spiega il sindacalista della Uil commercio - Noi chiediamo che siano rispettati gli accordi che erano stati raggiunti in precedenza. Non farlo, mi sembra una posizione eccessiva. Valuteremo in ogni caso tutti gli strumenti per farli valere». Tra questi, come sottolinea anche Caramelle, c'è «il ricorso in tribunale».

Caramelle, Bassios e Carlo Monte hanno ricevuto ieri la comunicazione dall'Orvea «che dal 31 ottobre 2015 cesserà ogni forma integrativa salariale e normativa. Una decisione che viola gli accordi sottoscritti tuttora validi e che penalizza gli oltre 400 dipendenti, dei quali circa 70 già messi in difficoltà» dalla cassa integrazione straordinaria in corso. «Orvea è controllata dal Gruppo Poli, che ne aveva acquisito il pacchetto di maggioranza con l'obiettivo dichiarato di rilanciare il marchio aziendale e l'occupazione - spiegano i sindacati - A tal fine col consenso dei lavoratori avevamo convenuto che nel piano di rilancio societario si operassero scelte temporanee di messa in cassa integrazione di un nutrito gruppo di lavoratori con la garanzia di un piano di investimenti nei punti vendita rimasti aperti e di rilancio dell'Ingrosso in un nuovo ipermercato a Rovereto».

Invece del rilancio arriva, spiegano i sindacati un «atto unilaterale aziendale» che «colpisce in maniera ancor più pesante le condizioni dei lavoratori, sostenendo l'idea del Gruppo Poli che tagliando salari e diritti di chi crea ricchezza e profitti si possa rilanciare Orvea».
Lunedì mattina, nell'incontro con la direzione Orvea, le tre sigle sindacali chiederanno l'immediato ritiro dell'atto di recesso e disdetta, in assenza del quale si attiveranno «le iniziative più opportune, compresa la dichiarazione dello stato di agitazione, non escludendo il ricorso alle autorità competenti».

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