Imis, in 150 Comuni si paga martedì. Mancano tre giorni al primo acconto

di Angelo Conte - No

Sono oltre 150 i Comuni che, finora, hanno deciso di far pagare i propri cittadini la prima rata dell'Imis entro martedì. Sui 174 municipi che hanno pubblicato le loro delibere e i regolamenti sul portale del Consorzio dei comuni per l'Imposta municipale sugli immobili, infatti, il 90% dei municipi chiedono ai propri cittadini l'acconto per il 16 del mese. Martedì, dunque, sono ad esempio Arco, Borgo, Mezzocorona, Nago-Torbole, Tione o Villa Lagarina alcuni dei municipi che hanno fissato la scadenza per il pagamento della prima rata dell'Imis. Rovereto, Trento, Levico e altri 14 Comuni hanno invece deciso di dare più tempo ai contribuenti per versare l'acconto. Scegliendo scadenze che vanno dal 15 luglio, nel caso di Trento, al 16 settembre, nel caso di Levico. L'Imis, come è noto, sostituisce in provincia l'Imu e la Tasi e andrà a colpire in maniera inferiore rispetto alle due imposte nazionali l'abitazione principale, mentre sarà più salata per altre fattispecie, come le seconde case.

Due rate, prima scadenza martedì

La prima rata per i Comuni che hanno deciso in questo senso (si può verificare sul sito Internet di ciascun municipio la data e le aliquote) si dovrà pagare entro martedì prossimo. Con la legge provinciale che ha istituito l'Imis, è stata introdotta anche una novità che dovrebbe aiutare i contribuenti, al netto di errori di calcolo, è l'obbligo per i Comuni di verificare l'entità dell'imposta che ciascun proprietario deve pagare e mandare a casa il modulo con cui versare il dovuto. Chi non avesse ricevuto la comunicazione dal proprio Comune, però, come spiegano dall'Adoc, l'associazione consumatori della Uil, non deve pensare di essere esente dal versamento. Per capire quanto e se si deve pagare è meglio quindi rivolgersi al Servizio tributi del proprio Comune o sul portale Imis del Consorzio dei Comuni. 

Il caso delle aree edificabili

All'esordio l'Imis deve fronteggiare alcuni aspetti da rodare ancora: la prima questione che sta causando qualche problema di interpretazione è quella relativa alla classificazioni delle aree adiacenti alla prima abitazione. In particolare, la questione riguarda la possibilità che esse vengano classificate come aree edificabili e non come pertinenze. La differenza tra la prima interpretazione e la seconda può significare il pagamento di migliaia di euro in più per il proprietario. In particolare, è quanto sta accadendo in alcuni Comuni dove i proprietari di pertinenze (piazzali o aree al servizio della prima abitazione) si sono visti recapitare conti da 1.000 e più euro per aree che in altri Comuni, invece, vengono assimiliati alle pertinenze (cantina o garage) della prima abitazione e su cui si chiede una cifra di poche decine di euro.

Compensazione con Irpef e Ires

Due novità positive arrivate negli scorsi giorni riguardano il rapporto tra l'Imis e i tributi erariali ovvero quelli definiti dallo Stato. Il primo aspetto positivo è relativo alla possibilità per chi ha crediti Irpef o Ires nella propria dichiarazione dei redditi di usarli per pagare l'Imis, mentre non è possibile il contrario, ovvero pagare parte o tutta la quota Irpef o Ires se si ha un credito Imis. In questo senso si è espressa l'Agenzia delle Entrate rispondendo a una domanda della Provincia negli scorsi giorni. L'altro elemento positivo è che l'Imis, in base a quanto stabilito dal ministero delle Finanze, assorbe anche l'Irpef sui redditi fondiari. Ciò significa che per i proprietari di seconde case a disposizione o di abitazioni sfitte, la rendita catastale non sarà inserita nel reddito complessivo e pertanto non saranno soggette ad Irpef e alle addizionali regionale e comunale legate all'Irpef.

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