Prezzi giù con bollette e benzina Anche Trento è in deflazione

A gennaio, secondo i dati definitivi dell’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, diminuisce dello 0,4% rispetto al mese precedente e dello 0,6% nei confronti di gennaio 2014

A gennaio, secondo i dati definitivi dell’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, diminuisce dello 0,4% rispetto al mese precedente e dello 0,6% nei confronti di gennaio 2014 (a dicembre la variazione tendenziale era nulla), confermando la stima preliminare. In una parola, siamo in deflazione.

IN TRENTINO
Per quanto riguarda il Trentino, l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, con base 2010=100, è risultato pari a 106,5 con una variazione del -0,5% rispetto al mese precedente e del -0,7% nei confronti dello stesso mese dell’anno precedente (tasso annuo tendenziale dell’inflazione). Il tasso medio dell’inflazione raggiunto nel mese di gennaio 2015 è pari al 0,1%. Se poi consideriamo la città di Trento, a gennaio l’indice è calato dello  0,4% rispetto al mese precedente e dello 0,5% nei confronti dello stesso mese dell’anno precedente. Il tasso medio d’inflazione relativo alla città di Trento è pari allo 0,3%. A trascinare giù l'indice sono soprattutto benzina e bollette, mentre crescono alimentari e sanità. Bolzano è invece l'unico capoluogo non in deflazione.

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IN ITALIA
La flessione su base annua dell’indice generale è dovuta in larga misura all’accentuarsi della caduta tendenziale dei prezzi dei beni energetici, in particolare dei non regolamentati (-14%, da -8% di dicembre), e al rallentamento della crescita annua dei prezzi dei servizi, con particolare riguardo a quelli relativi ai Trasporti (+0,3%, da +2% di dicembre). Al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, l’inflazione di fondo resta positiva, ma in ulteriore rallentamento (+0,3%, da +0,6% di dicembre); al netto dei soli beni energetici scende a +0,3% (era +0,5% il mese precedente).

Il calo mensile dell’indice generale è da ascrivere in primo luogo alla diminuzione dei prezzi degli energetici non regolamentati (-6,2%) - con i forti ribassi dei carburanti -, dell’energia elettrica (-2,2%) e dei servizi relativi ai trasporti (-2,3%), questi ultimi condizionati da fattori stagionali; a contenere in parte il calo è l’aumento dei prezzi dei vegetali freschi (+6,8%), anch’essi influenzati da fattori stagionali.

L’inflazione acquisita per il 2015 è pari a -0,6%. Rispetto a gennaio 2014, i prezzi dei beni diminuiscono dell’1,5% (-0,8% a dicembre) e il tasso di crescita dei prezzi dei servizi si dimezza (+0,5%; era +1,0% nel mese precedente). Di conseguenza, rispetto a dicembre 2014 il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si amplia di due decimi di punto.

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dello 0,5% su dicembre e non variano su base annua (era -0,2% a dicembre). I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto diminuiscono dello 0,5% su base mensile e dell’1,4% su base annua (da -0,5% del mese precedente).

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce del 2,5% su base mensile e segna una flessione annua (-0,5%; la stima preliminare era -0,4%) più ampia rispetto a dicembre (-0,1%). Il calo mensile è in larga parte dovuto ai saldi invernali dell’abbigliamento e calzature, di cui l’indice NIC non tiene conto. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, diminuisce dello 0,5% su dicembre e dello 0,7% su gennaio 2014.

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