Il rischio Grecia e il calo del greggio spaventano le borse

Come se non  bastasse la Grecia c’è anche il nuovo minimo del petrolio che atterrisce i mercati. I listini europei virano al ribasso con il prezzo del petrolio di nuovo in caduta libera e Wall Street negativa (-0,74% il Nasdaq e -0,88% il Dow Jones). Francoforte a parte (+0,17%), le altre piazze europee perdono terreno (-0,8% Parigi, -0,9% Milano, -0,36% Londra) a causa delle vendite che si concentrano sul settore energetico con il future sul Wti sceso a 61,26 dollari il barile, il minimo da luglio 2009, e quello sul Brent a 64,40 dollari, il minimo da settembre 2009.

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La nuova discesa del greggio avviene sulla scia dei dati sugli stock Usa che a sorpresa sono aumentati di 1,5 milioni di barili nella settimana al 5 dicembre (contro il calo di 2,7 milioni di barili atteso dagli analisti) e dopo la riduzione delle stime di domanda globale per l’anno prossimo da parte dell’Opec. Le previsioni puntano ora a una flessione della domanda a 28,9 milioni di barili al giorno nel 2015 dai 29,4 milioni del 2014.

Ad appesantire l’umore dei mercati concorrono le preoccupazioni sulla situazione politica e finanziaria in Grecia e in Ucraina, dove il governo vorrebbe che il Fondo monetario internazionale ampliasse il pacchetto di aiuti da 17 miliardi a causa del deterioramento dell’economia dell’ex repubblica sovietica, e il richiamo del consigliere esecutivo della Bce, Benoit Coeure, secondo il quale la politica fiscale della zona euro è appropriata ma i governi devono coordinare le riforme strutturali per garantire che l’economia della zona euro non resti bloccata nelle maglie della bassa crescita e della bassa inflazione.

«Vedo il rischio che l’economia della zona euro possa stabilizzarsi su un livello di bassa crescita e bassa inflazione», ha spiegato Coeure, definendo quel contesto un’«economia dell’1%», in cui sia la crescita sia l’inflazione si mantengono attorno a quel livello. «Credo che sia insostenibile», ha aggiunto.

Lo spread tra Btp e Bund ha chiuso a 138 punti base dopo avere toccato un picco di seduta a 142,6 centesimi a causa dei rinnovati timori per la stabilità politica della Grecia, dove sono state convocate elezioni anticipate che si teme possano costare la poltrona al premier Antonis Samaras. Il rendimento del decennale domestico è salito al 2,06%, mentre quello del Bund è sceso allo 0,68% e in asta il Tesoro italiano ha collocato Bot a 12 mesi per 5,5 miliardi di euro (l’importo massimo previsto) a un tasso dello 0,418%, in crescita rispetto allo 0,335% dell’asta di novembre.

Dopo lo scivolone di martedì la borsa di Atene ha perso ancora l’1,01%. Tra le antenne degli investitori si spostano sull’esito della seconda Tltro della Bce di domani. Le richieste dovrebbero attestarsi a 150 miliardi di euro e un ammontare inferiore aumenterebbe la possibilità del lancio di un quantitative easing da parte dell’Eurotower nei primi mesi del 2015. Anche l’appuntamento della Federal Reserve in agenda il prossimo mercoledì porterà volatilità sui mercati, dal momento che gli operatori si attendono una banca meno colomba, con la rimozione del riferimento al considerevole periodo di tempo relativo a un eventuale aumento dei tassi di interesse.

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