Giovedì nero in Borsa, crollano i listini europei

Crollano le piazze finanziarie europee. A picco Madrid (-4,6%), davanti a Milano e Parigi (-3,5%). Molto male anche Francoforte (-2,2%) e Londra (-1,8%) mentre i timori sull'economia scatenano fenomeni di panic selling. Questa mattina, dopo il timido tentativo di rimbalzo dell'avvio, si è via via materializzato un vero spettro di giovedì nero per i listini europei

Crollano le piazze finanziarie europee. A picco Madrid (-4,6%), davanti a Milano e Parigi (-3,5%). Molto male anche Francoforte (-2,2%) e Londra (-1,8%) mentre i timori sull'economia scatenano fenomeni di panic selling. Questa mattina, dopo il timido tentativo di rimbalzo dell'avvio, si è via via materializzato un vero spettro di giovedì nero per i listini europei, preoccupati dal deteriorarsi della situazione economica del Vecchio Continente e dal riemergere delle tensioni sulla Grecia, con Atene che spinge per anticipare l'uscita dal programma di aiuti della Troika e il rischio di elezioni anticipate a febbraio in caso di stallo nell'elezione del presidente della Repubblica.

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Si tratta dell'ottavo calo consecutivo delle borse europee, la serie negativa più lunga dal 2003.

 

Anche Piazza Affari è in affanno e già dopo un'ora dall'avvio delle contrattazioni, l'indice Ftse Mib scivolava cedendo l'1,13% mentre arrivavano le prime sospensioni tra i bancari. Lo spread vola a 180 con un rendimento al 2,54%. Crolla Mps (-6,31%).

 

A metà seduta la Borsa di Milano risale dai minimi della mattinata ma resta pesante, guidando con Madrid i ribassi tra le borse europee.

Il Ftse Mib cede il 2,8% mentre lo spread, che ha sfondato in corso di seduta i 200 punti base, ripiega a 188 punti. Parigi perde l'1,9%, Londra l'1,7% e Francoforte l'1,3%.

In Borsa crolla Mps (-10,3 il ribasso teorico) sui timori per il superamento dell'esame della Bce. Male anche gli altri bancari con in testa Bpm (-5,74%), Unicredit (-4,14%), Banco Popolare (-4,45).

A picco anche Telecom (-5,01%), Azimut (-4,63%) e Wdf (-3,72%). Male tutti i big, da Generali (-3%) a Eni (-2,5%).

Negativi anche i future su Wall Street, con Dow Jones e S&P 500 sotto di circa un punto percentuale.

Anche gli spread dei Paesi periferici sono sotto pressione e il decennale della Grecia supera l'8% di rendimento.

L'inflazione nella Ue rallenta ancora (+0,3% a settembre).


«Il riposizionamento dei mercati finanziari dopo l'euforia dei mesi scorsi era atteso da tempo», ha minimizzato il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan, cercando di attenuare le preoccupazioni.

 

Ad accrescere il quadro negativo, sono stati ieri anche i dati Usa sulla spesa personale di settembre, in calo dello 0,3%, che rilanciano i timori sui rischi per la ripresa americana: Wall Street ha limitato i danni nel finale di seduta, dopo che l'indice S&P 500 aveva segnato un calo intraday del 3%, lasciando sul terreno tutti i progressi da inizio anno. I timori sull'economia si riflettono sul prezzo del petrolio, ancora in calo, e delle commodities.

 

Questo pomeriggio l'attenzione degli investitori si sposterà nuovamente Oltreoceano, dove sono attesi molti indicatori sullo stato di salute dell'economia americana, tra cui quello sui sussidi di disoccupazione e sulla produzione industriale.

 

Per parte sua, il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, ha colto l'occasione per attaccare il governo: «La legge di stabilità è già stata bocciata dai mercati e presto sarà bocciata anche dall'Europa. Non mi preoccupa tanto il giudizio dell'Ue e di Katainen, quanto quello dei mercati. La Borsa è già crollata e lo spread è volato a 200 punti. Quando arriverà a 250 sarà tempesta perfetta», ha detto poco fa.

 

Ieri notte, in conferenza stampa sulla legge di stabilità, il premier Matteo Renzi si era invece detto convinto che «il crollo delle borse europee non è dipeso né dalla manovra né dalle nostre dichiarazioni».

 

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