Ikea dice no al Trentino, smentita l'apertura

Mentre in Trentino il dibattito politico andava avanti tra favorevoli e contrari, a togliere le castagne dal fuoco è stata la stessa Ikea. Con una nota il colosso svedese ha chiarito di non avere intenzione di effettuare prossime aperture in Italia, e quindi nemmeno in Trentino Alto Adige. Il sogno (per alcuni) o l'incubo (per altri) di avere un Bestä, un Billy, un Bild o un Klippan a portata di mano svanisce Sull'Ikea scontro tra (ex) grilliniVota il nostro sondaggioCommenta: Ikea sì o no?

ikeaMentre in Trentino il dibattito politico andava avanti tra favorevoli e contrari, a togliere le castagne dal fuoco è stata la stessa Ikea. Con una nota il colosso svedese ha chiarito di non avere intenzione di effettuare prossime aperture in Italia, e quindi nemmeno in Trentino Alto Adige. Il sogno (per alcuni) o l'incubo (per altri) di avere un Bestä, un Billy, un Bild o un Klippan a portata di mano svanisce.

 

IL DIBATTITO

Fino a qualche mese fa eravamo al livello delle chiacchiere da bar. «Che bello sarebbe avere l'Ikea in Trentino, senza dover andare a Brescia, Padova o Innsbruck». Oppure: «Fortunatamente Ikea non è in Trentino, perché metterebbe in difficoltà i piccoli commercianti e artigiani locali». Negli ultimi giorni, tuttavia, il dibattito si è spostato dal bar alle stanze della politica, oltre che sui giornali. Il colosso svedese sarebbe interessato a un punto vendita in regione: Bolzano e Trento sono pronte ad accoglierlo o no? E l'apertura sarebbe conveniente o sarebbe un clamoroso autogol? Le posizioni in merito sono molto differenti. Da una parte i cittadini, che, almeno leggendo i vari commenti sembrano essere in gran parte favorevoli (vota il nostro sondaggio), dall'altra la politica.

 

In principio, qualche giorno fa, è stata Manuela Bottamedi, che nel suo comunicato è stata chiarissima: «Il governo provinciale apra con coraggio al colosso svedese facendo al più presto un'offerta appetibile. Abbandoniamo la solita politica del contributo e dell'aiuto, e cominciamo ad aprirci al mercato moderno e alle sue regole: abbiamo pochissimo tempo. L'alternativa è che i soldi dei trentini continuino a finire nelle regioni limitrofe».

 

Anche l'assessore Olivi ha dato segnali di apertura: «Per l'Ikea la porta è ancora aperta e, se ci sarà un progetto che possa portare lavoro, il confronto è più che auspicabile. Ma non, però, per sostituire l'attività alla Whirlpool».

 

Sul piede di guerra, invece, i commercianti. Luca Roman, presidente dei Commercianti del Trentino di Confesercenti, alza il cartellino rosso nei confronti della Provincia: «Non vogliamo Ikea, sarebbe solo un'operazione immobiliare».

 

Sulla stessa lunghezza d'onda Massimo Piffer, rappresentate del commercianti al dettaglio: «Noi pensiamo che più che andare nella direzione dei grandi e nuovi insediamenti, si debba perfezionare il commercio tipico che è già di buona qualità».

 

Ma Manuela Bottamedi non molla, e anzi replica alle critiche arrivate dai commercianti ma anche da Giacomo Bezzi: «Usciamo dalla bolla nella quale siamo chiusi, convinti di bastare a noi stessi e di essere "diversi". Cominciamo ad aprirci alla realtà e a misurarci con essa». E non risparmia nemmeno l'ex compagno di partito Filippo Degasperi.

 

In dibattito è aperto. Non resta che fornire la propria opinione in merito. Fatelo tramite in nostri commenti oppure con una mail/lettera a internet@ladige.it

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