Fravezzi al governo «Non tassare la beneficenza»

«Occorre che il governo riveda al più presto la disciplina fiscale che grava sul mondo della solidarietà e della beneficenza e, nello specifico, modifichi la norma che impone il pagamento dell'Iva sui fondi versati dai privati cittadini in beneficenza. Per eliminare tutti gli attuali onerosi balzelli e prevedere a favore dei soggetti che effettuano donazioni a fini sociali la detrazione totale ai fini Irpef dell'importo donato, il governo dovrebbe cogliere l'occasione dell'annunciata riforma del terzo settore o della prossima legge di stabilità». Lo chiede Vittorio Fravezzi

«Occorre che il governo riveda al più presto la disciplina fiscale che grava sul mondo della solidarietà e della beneficenza e, nello specifico, modifichi la norma che impone il pagamento dell'Iva sui fondi versati dai privati cittadini in beneficenza. Per eliminare tutti gli attuali onerosi balzelli e prevedere a favore dei soggetti che effettuano donazioni a fini sociali la detrazione totale ai fini Irpef dell'importo donato, il governo dovrebbe cogliere l'occasione dell'annunciata riforma del terzo settore o della prossima legge di stabilità». Lo chiede Vittorio Fravezzi senatore dell'Upt nella sua interrogazione parlamentare, con richiesta di risposta in Commissione, indirizzata al ministro delle finanze e al ministro del lavoro. «Occorre mantenere alta la soglia di attenzione e continuare a sensibilizzare il governo su tale questione», spiega Fravezzi che ricorda come grazie anche alla «Comunità di Valle delle Giudicarie» si sono raccolti «fondi per portate aiuti alle popolazioni terremotate dell'Emilia Romagna e che tale iniziativa ha reso possibile la ricostruzione del polo scolastico di Cavezzo». La campagna «no profit no Iva» è stata condivisa da moltissimi soggetti del terzo settore, tiene a sottolineare Fravezzi. «Nel nostro Paese la solidarietà e la beneficienza dei cittadini hanno spesso permesso di ricostruire nei territori colpiti da calamità naturali strutture pubbliche andate distrutte svolgendo un'importante e tempestiva azione di surroga dell'intervento statale con ciò facendo risparmiare allo Stato milioni e milioni di euro. Assoggettare, anche indirettamente, all'Iva del 10% le somme ricevute in beneficienza appare e costituisce a chi ha donato, un balzello insopportabile».

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