Cambia il calcolo del Pil ma il nostro è sempre basso

Il Pil italiano potrebbe salire dell’1-2% solo con un colpo di penna: da settembre cambia il sistema di calcolo in tutta la Ue. Ma intanto Bankitalia stima che nel 2014 la crescita sarà dello 0,7% e la disoccupazione salirà ancora.

Il Pil italiano potrebbe salire dell’1-2% solo con un colpo di penna: grazie al nuovo sistema di contabilità dei bilanci degli Stati, pubblicato dalla Commissione Ue, da settembre i Paesi Ue invieranno a Bruxelles i dati del bilancio sottraendo dal capitolo "spesa" quella per ricerca e sviluppo e quella per i sistemi di difesa, che diventeranno «investimenti» a lungo termine per la sicurezza, dunque "ricchezza".

Intanto, però, Bankitalia oggi calcola il Pil italiano per il 2014 e il 2015 secondo il metodo in vigore: e il "trucco" appare anche più evidente, visto che la stima di crescita si ferma per quest'anno a un modesto +0,7% e per il prossimo anno all’1%, mentre la disoccupazione sale ancora, sia nel 2014 che nel 2015, toccando rispettivamente il 12,8% e il 12,9%.

A dimostrazione che non basta un colpo di penna a farci diventare ricchi, anche se il ricalcolo del Pil può esserci utile per rispettare quel 3% di rapporto chiesto dall'Europa per far parte dei Paesi virtuosi, sbloccando dunque qualche investimento. I primi conteggi parlano di un tesoretto utile variabile da 450 a 900 milioni a seconda dell'aumento effettivo del Pil. Poca cosa, rispetto a un debito pubblico monstre che continua a salire, maledettamente, nonostante tutto. A novembre ha toccato i 2.104 miliardi, con una crescita di 114,6 miliardi in undici mesi.

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