469 milioni trentini nei paradisi fiscali

Trentini e altoatesini con disponibilità finanziarie corrono a portare i soldi nei paradisi fiscali. Nel 2012 i bonifici dalla regione verso i paesi a fiscalità privilegiata sono aumentati del 19% rispetto all'anno precedente, raggiungendo i 469 milioni di euro

di Francesco Terreri

TRENTO - Trentini e altoatesini con disponibilità finanziarie corrono a portare i soldi nei paradisi fiscali. Nel 2012 i bonifici dalla regione verso i paesi a fiscalità privilegiata sono aumentati del 19% rispetto all'anno precedente, raggiungendo i 469 milioni di euro. Sono cresciuti della stessa dimensione, peraltro, anche i flussi in entrata, pari a 471 milioni, segno che dalle aree off-shore si continua a investire qui da noi, mantenendo i vantaggi fiscali delle piazze internazionali. Inoltre l'anno scorso hanno fatto un nuovo balzo le segnalazioni antiriciclaggio: 581 in regione, 318 in provincia di Trento, il 36% in più dell'anno prima.
Il quadro emerge dall'ultimo rapporto annuale dell'Unità di Informazione Finanziaria (Uif) della Banca d'Italia, appena pubblicato. L'Uif monitora i flussi di bonifici scambiati con controparti residenti all'estero, che a livello nazionale vedono nel 2012 una movimentazione di oltre 1.300 miliardi di euro, legata in gran parte all'interscambio commerciale dell'Italia.
Particolare attenzione è riservata ai bonifici che interessano controparti o intermediari finanziari residenti in aree «sensibili» dal punto di vista dell'evasione fiscale e dell'azione di contrasto del riciclaggio. Verso i paesi o territori a fiscalità privilegiata o non cooperativi la movimentazione nazionale è di oltre 59 miliardi in uscita dall'Italia e di oltre 71 miliardi in entrata. La Svizzera continua a configurarsi come la piazza finanziaria più importante, con più del 60% dei flussi in entrambe le direzioni, e in questo caso c'è una quota importante di transazioni commerciali. Nelle posizioni più elevate continuano a collocarsi, pur con importi inferiori, piazze asiatiche dell'estremo oriente (Hong Kong, Singapore, Taiwan), gli Emirati Arabi Uniti (Abu Dhabi, Dubai), il Principato di Monaco e la Repubblica di San Marino.
Nel recente convegno di Bolzano organizzato da Alpenbank, è stata riportata la stima di 300 miliardi di euro di patrimoni italiani detenuti all'estero e non dichiarati e si è parlato delle soluzioni mirate necessarie per i flussi di rientro, anche alla luce del piano per il rientro dei capitali del ministro dell'Economia Saccomanni. Sulla base di questa stima e della quota dei flussi negli ultimi anni dal Trentino Alto Adige verso i paradisi fiscali, il patrimonio dei possidenti regionali nelle località off-shore dovrebbe essere superiore ai 2 miliardi.
Una nuova impennata si registra negli Sos, gli allarmi antiriciclaggio che arrivano dagli intermediari finanziari, primi fra tutti le banche, e dai professionisti (poco in Trentino). Nel 2012 le segnalazioni in provincia sono state 318, il 35,9% in più delle 234 del 2011 e ormai quasi tre volte gli Sos del 2009, che erano 112. A Bolzano le segnalazioni sono state 263, l'1,9% in più del 2011.
Dall'ultima relazione sull'attività della Dia, la Direzione Investigativa Antimafia, presentata in Parlamento dal ministro dell'Interno, emerge che sono state 40 in regione le segnalazioni antiriciclaggio 2012 passate alla Dia, in nessuna delle quali è stato trovato un legame con la criminalità organizzata. I fatti di reato rilevati sono 4 nel riciclaggio e 1 nell'impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.

comments powered by Disqus