Sciopero dei bancari, 1.600 dopo 13 anni

«Scioperiamo compatti, ora ne va della sopravvivenza», ci dice un navigato bancario non coop. Comparto molto sindacalizzato (tesserati 9 su 10, o giù di lì, anche in Trentino) oggi il settore bancario non rurale si ferma - nel suo primo sciopero dopo 13 anni - con l'intenzione di far restare chiusi la maggior parte dei suoi 210 sportelli. Il 60% dei bancari trentini oggi lavora: sono i 2.300 dipendenti delle casse rurali, che in estate hanno siglato l'accordo con  Federcasse . Il resto del cielo del credito, i circa 1.600 dipendenti delle banche non cooperative, invece sono chiamati a fare sciopero per (r)esistere

di Paolo Ghezzi

«Scioperiamo compatti, ora ne va della sopravvivenza», ci dice un navigato bancario non coop.
Comparto molto sindacalizzato (tesserati 9 su 10, o giù di lì, anche in Trentino) oggi il settore bancario non rurale si ferma - nel suo primo sciopero dopo 13 anni - con l'intenzione di far restare chiusi la maggior parte dei suoi 210 sportelli.
Il 60% dei bancari trentini oggi lavora: sono i 2.300 dipendenti delle casse rurali, che in estate hanno siglato l'accordo con  Federcasse . Il resto del cielo del credito, i circa 1.600 dipendenti delle banche non cooperative, invece sono chiamati a fare sciopero per (r)esistere.
Secondo i dati  Bankitalia , che considerano il personale agli sportelli bancari e non quelli dei centri servizi, negli ultimi 4 anni di crisi i dipendenti del credito in Trentino sono scesi a quota 3.410, dai 3.726 che erano nel 2009: l'8,5% di calo.
Una tendenza ormai inarrestabile, con la crescente «internettizzazione» dei clienti. Ma i numeri allarmanti dell' Abi  (Associazione bancaria italiana, che ha dato disdetta del contratto), sulla scarsa produttività dei dipendenti sono contestati dall'ufficio studi  Fisac Cgil . Il confronto sugli sportelli dovrebbe essere fatto con economie paragonabili all'Italia, escludendo le statistiche di Finlandia o Malta. Con questo filtro, in Italia risultano 5,3 sportelli ogni 10mila abitanti, in linea con la media europea, meno che in Francia: 5,9. (Ma in Trentino il tasso è doppio). Inoltre, su 10mila italiani, 51 fanno i bancari, mentre la media dell'area euro è 63.
Scarsa produttività? No, secondo  Cgil : i dati  Bce  dicono che il risultato di gestione lordo per addetto è di 47.292 euro in Germania, di 82.432 in Europa, di 88.842 euro in Italia.
«Senza voler negare la sempre maggiore presenza di servizi on-line, l'invecchiamento della popolazione potrebbe comportare difficoltà ai clienti non avvezzi all'informatica».
In Trentino la mobilitazione è proclamata unitariamente da  Fabi, Fisac Cgil, Fiba Cisl, Uilca Uil  e  Dircredito . Riguarda  Btb, Banco popolare, Carispa Sparkasse, Mediocredito, Trentino riscossioni, Volksbank, Unicredit, Fideuram, Popolari Sondrio e Vicenza, Cassa Trentino, Tecnofin, Credito emiliano e valtellinese, Deutsche Bank, Prader, Ugf, Bnl, Finecobank, Monte Paschi, Chebanca! e Intesa .
Le organizzazioni sindacali contestano la decisione dell' Abi  di buttare a mare il contratto di lavoro e chiedono invece un rinnovo che parta dalla tutela dei lavoratori e da un taglio dei compensi dei grandi manager. «È quello che ha chiesto anche il governatore della  Banca d'Italia  quando ha sostenuto che la competitività del sistema bancario passa anche attraverso una drastica rimodulazione dei compensi dei manager. Ma di questo l' Abi  non parla mai. Pensa solo a tagliare personale, stipendi e tutele».
La forte esposizione delle banche su sofferenze e accantonamenti deriva da cause esterne (crisi economica e fiscalità) e da errate scelte manageriali: «Non sono imputabili a chi lavora agli sportelli».
«Con la disdetta viene spazzato via un patrimonio pluridecennale di relazioni sindacali. È evidente l'intenzione delle banche di arrivare a una completa deregolamentazione del settore». I bancari, ex privilegiati, stavolta sono arrabbiati.
Twitter: @pgheconomiadige
 

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