Ferrari: giù le vendite,  ma vola l'utile

I ricavi sono in calo, ma l'utile resta frizzante per le Cantine Lunelli, grazie alle bollicine dello spumante. Nonostante una flessione del fatturato dell'11% (vendite per 51 milioni nel 2012, contro i 57 dell'anno precedente), il «Ferrari» ha comunque incrementato la propria quota di mercato, grazie all'ottima performance sui mercati stranieri (più 25%), con crescita in Svezia, Usa, Germania e Hong Kong. Il risultato netto, alla fine, ammonta a 5 milioni di euro

di Francesco Terreri

uva vendemmia vinoTRENTO - Ferrari F.lli Lunelli, la maggiore casa spumantistica trentina, chiude il bilancio 2012 con ricavi in calo dell'11%, dagli oltre 57 milioni del 2011 a circa 51 milioni. Va male il mercato italiano, anche se, nel calo generale, Ferrari consolida le quote di mercato, che ne fanno il leader tra gli spumanti nella grande distribuzione. Molto bene l'export, che fa un balzo del 25%, anche se la quota sul totale è ancora bassa. Nonostante questo, la società ottiene ancora una volta un utile netto di tutto rispetto: 5,1 milioni di euro, un decimo del fatturato.
«È stato un anno a due facce - riassume il presidente della cantina Matteo Lunelli - Il mercato italiano accusa la crisi, buone notizie arrivano invece dall'export che cresce del 25%». Sul totale delle vendite, le esportazioni nei Paesi dell'Unione europea ammontano a 3,4 milioni, il 6,6%, quelle nei Paesi extra Ue a 2,4 milioni, il 4,7%. Nel complesso oltre l'11%, una quota ancora contenuta ma in costante crescita.
L'anno scorso, si spiega nella relazione al bilancio, l'elemento di novità più significativo è stato il successo del Ferrari Brut, il prodotto di punta, nel mercato svedese, a seguito del suo inserimento in 300 negozi. A fianco dell'exploit scandinavo, vanno bene mercato storici come Germania, Stati Uniti, Giappone e nuovi spazi in mercati emergenti come Hong Kong, anche se segnali di debolezza arrivano da Svizzera e Gran Bretagna.
«Per noi è strategico affermarci come marchio globale e aumentare l'export - afferma Lunelli - Tuttavia sul mercato italiano, che pure soffre, la nostra quota di mercato è cresciuta. Il nostro marchio, che è anche Trentodoc, resta forte e apprezzato». Il Ferrari Brut rappresenta da solo il 6,7% del mercato degli spumanti nella grande distribuzione, cioè la prima referenza del settore. Il marchio nel complesso ha l'8,4% «ma nel metodo classico abbiamo il 25%» sottolinea Lunelli.
Il calo del fatturato ha portato ad un calo della marginalità. Tuttavia l'Ebitda, il margine lordo, resta pur sempre a 15,7 milioni e l'utile netto, pur in discesa dagli 8,7 milioni dell'esercizio precedente, si attesta a 5,1 milioni, consentendo di distribuire alla controllante, la holding Lunelli spa, 2,9 milioni di dividendi. Sul piano finanziario la solidità dell'azienda, con un patrimonio netto di 102 milioni e un free cash flow dell'esercizio di 14 milioni, ha consentito di azzerare i debiti con le banche, prima a 3,3 milioni.
«La nostra strategia per il futuro ha il focus sull'export - rimarca Lunelli - Puntiamo sul Ferrari come simbolo dell'arte di vivere italiana. Quest'anno la crescita sull'estero continua, anche se forse non al ritmo del 25%, mentre l'Italia resta sempre in difficoltà».
Ma ci sono due progetti strategici che potrebbero dare nuove spinte alle bollicine. «Intanto l'obiettivo retail con i Ferrari Spazio Bollicine - spiega Lunelli - Wine bar come quello che abbiamo aperto a Fiumicino, che sta andando bene, per avvicinare il consumatore». Ci sono già nuove richieste da altri aeroporti. E poi il progetto di viticoltura ecosostenibile (vedi box) a cui la cantina lavora con i suoi 500 conferenti.

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