Chiusura Whirlpool, ecco perché

Lo stabilimento Whirlpool di Spini di Gardolo cesserà la produzione. La decisione, che rientra nel Piano Industriale EMEA presentato oggi da Whirlpool alle istituzioni e ai sindacati e finalizzato al riassetto produttivo della multinazionale statunitense nel Vecchio Continente, è il risultato di un lavoro di analisi condotto su tutti i siti europei di Whirlpool, anche alla luce della crisi che sta interessando dal 2007 il settore degli elettrodomestici e, in particolare, il settore del freddo

IL COMUNICATO CON LE SPIEGAZIONI

Crisi del settore freddo: cessa la produzione a Spini di Gardolo


Presentato oggi da Whirlpool il piano di riassetto produttivo che concentra in due hub europei la produzione di frigoriferi. L'Ad Castiglioni: «Scelta obbligata per tornare a essere competitivi e mantenere in Italia l'incasso del freddo»

 

Lo stabilimento Whirlpool di Spini di Gardolo cesserà la produzione. La decisione, che rientra nel Piano Industriale EMEA presentato oggi da Whirlpool alle istituzioni e ai sindacati e finalizzato al riassetto produttivo della multinazionale statunitense nel Vecchio Continente, è il risultato di un lavoro di analisi condotto su tutti i siti europei di Whirlpool, anche alla luce della crisi che sta interessando dal 2007 il settore degli elettrodomestici e, in particolare, il settore del freddo.

Whirlpool è disponibile ad avviare immediatamente una trattativa sindacale volta a trovare la miglior soluzione che permetta di raggiungere l'obiettivo della chiusura del sito e che al tempo stesso tuteli al massimo l'interesse dei lavoratori coinvolti rispettandone diritti e dignità. Non ci sono preclusioni a priori sugli ammortizzatori sociali da utilizzare e sui piani di riqualificazione/ricollocamento per i 468 lavoratori.

 

Nello stabilimento di Spini di Gardolo, aperto nel 1970, sono attive più linee per la produzione di frigoriferi: sia per modelli a libera installazione (free standing, che rappresentano circa un terzo dei pezzi prodotti), sia per modelli a incasso (built in, che sono i due terzi della produzione dello stabilimento).
La produzione della fabbrica è attualmente di circa 400 mila pezzi l'anno, in costante regresso negli ultimi anni, e rappresenta meno del 60% della sua capacità produttiva.

 

«La decisione di chiudere la fabbrica di Spini di Gardolo nasce da una serie di analisi effettuate sull'intera produzione dei frigoriferi di Whirlpool, non più economicamente sostenibile nell'assetto attuale -spiega l'Amministratore delegato Davide Castiglioni-. Per riguadagnare competitività nel medio termine dobbiamo concentrare la produzione in hub europei, dove sia possibile realizzare sinergie e generare le indispensabili economie di scala. La creazione di uno di questi hub a Cassinetta, dove già si producono forni, piani e frigo built in, e hanno sede i centri globali di design, ricerca e sviluppo, e il Food Science Institute, ci permette di privilegiare l'Italia che rimane il principale polo industriale e di ricerca del gruppo».

 

La produzione dei frigoriferi ad incasso realizzati a Spini verrà trasferita a Cassinetta di Biandronno (Varese) dove il Piano Industriale EMEA prevede la creazione dell'hub europeo Whirlpool del built in. La produzione dei frigoriferi a libera installazione, che costituisce la parte minore della produzione di Spini, verrà invece portata nell'hub del free standing già esistente a Wroclaw (Polonia).

La scelta della chiusura arriva dopo che l'azienda ha provato diverse soluzioni per migliorare la competitività di Spini: nel triennio 2011-2013 Whirlpool ha effettuato investimenti per circa 7 milioni di euro in termini di prodotto e di processi organizzativi e nell'ultimo biennio, sul fronte del personale, oltre 400 operai sono stati formati sui principi del Whirlpool Production System.
Inoltre, nonostante il prezioso supporto delle istituzioni, Provincia di Trento in testa, il sito produttivo di Spini è stato interessato negli ultimi cinque anni da due procedure di mobilità, finalizzate ad adattare gli assetti occupazionali alla progressiva riduzione di volumi imposta dal mercato. Ma il perdurare del trend negativo e, in prospettiva, le previsioni di mercato stagnante, hanno reso insufficienti queste misure e portato alla scelta obbligata di cessare la produzione.

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