Vinitaly, la pax passa attraverso le Dolomiti

Il Vinitaly n.47, che comincia domenica a Verona, dovrebbe essere la fiera della pax vitinicola tridentina. Potrebbe. Dovrebbe

di Paolo Ghezzi

Il Vinitaly n.47, che comincia domenica a Verona, dovrebbe essere la fiera della pax vitinicola tridentina. Potrebbe. Dovrebbe.
 

Begaròi.  Ma alla vigilia ci sono sempre i maldipancia. Lorenzo Cesconi, giovane neopresidente dei Vignaioli, erede del Balter  begaròl  (in senso buono) ha già detto all' Adige  che al Vinitaly ancora ancora, anche se non sono felici della relativa visibilità specifica, ma alla successiva Mostra dei vini trentini, i vignaioli, mai.
 

Ricucitore.  Paolo Manfrini, direttore turismo e promozione di TnSviluppo, che sul Vinitaly investe 450mila euro (affitto spazi, allestimento e il lavoro di una decina di hostess incluso), a cui si aggiunge il lavoro di una decina di dipendenti per 4 giorni, è riuscito a riunire quest'anno i 23 vignaioli espositori nel «cuore» del padiglione 3 del Trentino (Balter e altri l'anno scorso erano defilati, senza le insegne comuni), ma lo definisce «solo il primo passo verso una specifica valorizzazione dei Vignaioli, che nel 2014 avranno un'immagine ad hoc».
 

Rassicurante.  Manfrini è  cansado de guerra , stanco di battaglie, come la Tereza Batista di Amado. Gli piace la pace, non la guerriglia. E così, per venire incontro al gusto un po' tradizionalista dei produttori, grandi e piccoli, ha cancellato dal padiglione 3 le montagne stilizzate con le scritte di sghimbescio, rimpiazzandole con una rassicurante veduta di verdeggianti vigneti, su sfondo di montagne e di cielo, e lo slogan sentimental-identitario «Vini baciati dalle Dolomiti»  (foto) .
 

Orientati.  Insomma, uno entra nel pad 3 e sa che è nella terra dove «si slancian nel cielo...». All'ingresso, piccola novità utile: un punto informativo con piantina per il visitatore. Il Trentino «istituzionale» del vino ha 400 mq sui 94.862 totali di Vinitaly 2013 (4.255 espositori, 140mila visitatori e 2.500 giornalisti attesi).
 

Partner.  Per il primo anno il Consorzio vini presieduto dal frizzante avvocato Elvio Fronza, neo-incaricato della promozione istituzionale, si presenta ufficialmente con uno stand dedicato. Poi c'è il TrentoDoc, metodo classico di 39 produttori. E l'istituto tutela grappa del Trentino, 28 soci, e infine la neonata Strada del vino e dei sapori del Trentino che dal 1° gennaio raggruppa le 5 precedenti strade (Vallagarina, Lago di Garda e Dolomiti di Brenta, Colline avisiane Faedo e Valle di Cembra, Piana Rotaliana, Trento e Valsugana). E non mancherà la Fondazione Mach-Istituto agrario di San Michele. Insomma, tutti insieme appassionatamente.
 

Ecumenico.  Manfrini è suadente: «La fattiva collaborazione instaurata con il Consorzio vini ha consentito di ritrovare unità ed equilibrio tra le diverse componenti del settore, di comunicare il rapporto vini trentini-montagna-Dolomiti attraverso la nuova immagine simbolo del portale d'accesso e degli stendardi del padiglione Trentino, di interagire coerentemente con TrentoDoc e con la Strada del Vino e dei Sapori che proporrà significativi abbinamenti tra vini e tipicità agroalimentari del territorio. Il tutto nel segno della necessaria sobrietà e di una altrettanto indispensabile professionalità». Suadente ma sobrio.
 

Chi e quanto paga.  I produttori-espositori comprano dalla Fiera di Verona lo spazio stand (da 8mila euro in su), ma poi possono accedere alla legge 6, che copre una percentuale media del 50% sui costi sostenuti, mentre Trentino sviluppo cura tutto l'allestimento, chiedendo agli espositori un contributo di 45 euro al mq: su 180mila euro di spesa totale, la parte a carico delle imprese del vino si aggira complessivamente sui 40mila euro. Il look resta quello del progetto iniziale dell'architetto Michelangelo Lupo, che a qualcuno sembrava un po' freddo, ma la sobrietà ha imposto aggiustamenti, non rivoluzioni. Così la «teca» chiusa, vetrata, è diventata più grande, per ospitare i workshop e gli incontri professionali su cui il Trentino punta quest'anno.
 

Buonismo, scetticismo.  Il direttore del Consorzio vini, Erman Bona, ci crede: «Diversità di accenti, ma denominatore comune». Il dg di Cavit e presidente di TrentoDoc Enrico Zanoni distingue: «Per Cavit il Vinitaly non è un momento di business (a differenza probabilmente dei piccoli produttori) ma di pubbliche relazioni. A Verona talvolta si eccede in autoreferenzialità e ottimismo. Sicuramente il settore (grazie all'export) gode di uno stato di salute migliore rispetto a molti altri ma ci sono parecchi distinguo e le dinamiche competitive di altri Paesi produttori si stanno rafforzando. Per quanto riguarda TrentoDoc, spero che funzioni: ma dello stand si è occupato il nostro vicepresidente Carlo Moser, e di questo lo ringrazio».
 

Passerella.  Tutti gli eventi e gli orari su  www.visittrentino.it : le eccellenze territoriali care a Mellarini avranno tutte i loro bravi momenti di gloria. Domenica 7 alle 10.30 apre la val di Cembra. Mercoledì 10 alle 15.30 si chiude con la grappa, «giovane o invecchiata». Un altro dilemma alcolico.

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