Storia / Il documento

Ultimi giorni per vedere la pergamena del 1300 con l’aquila di San Venceslao al Buonconsiglio

Simbolo dell’Autonomia trentina, ritrovata negli anni Settanta da padre Frumenzio Ghetta, da lunedì tornerà custodita all’Archivio di Stato di Trento

TRENTO. Domenica 25 febbraio sarà l'ultimo giorno per poter ammirare la preziosa pergamena del 1339 con la quale il re boemo Giovanni I concesse al Principato vescovile di Trento l'utilizzo dell'Aquila di San Venceslao come stemma ufficiale del Principato.

La stessa immagine fu scelta nel 1988 come stemma anche dalla Provincia autonoma di Trento.

Dopo la straordinaria (per ragioni di conservazione sono rarissime le occasioni nelle quali viene esposta al pubblico) esposizione nella mostra "Museo Anno Zero", in corso fino a maggio 2024 al Castello del Buonconsiglio, la pergamena tornerà all'Archivio di Stato.

Lo stemma con l’aquila compariva fino al XIV secolo nella rappresentazione del santo protettore della chiesa boema Venceslao ma fu dismesso alla morte dell’ultimo erede Venceslao III, così lo stemma rimase inutilizzato fino a quando venne assegnato appunto all’episcopato tridentino in nome dei buoni rapporti con il regno di Boemia.

Simbolo di identità culturale e storica l’immagine fu scelta come stemma anche dalla Provincia autonoma di Trento nel 1988. Nell’Ottocento la pergamena fu trasferita prima a Vienna e poi al Landesarchiv di Innsbruck e solo nel primo dopoguerra ritornò a Trento.

Fondamentale nel recupero della pergamena fu – negli anni Settanta – il lavoro dello storico padre Frumenzio Ghetta, frate francescano e profondo conoscitore della storia trentina. Si deve proprio al suo certosino lavoro di studioso il ritrovamento, nel 1971, della pergamena originale firmata da re Giovanni di Boemia.

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