Festival / Le cover

Sanremo, Ghali porta sul palco un medley sonoro dal sapore politico e sociale, tra arabo e italiano

La voce del trapper della scena milanese, di origini tunisine, ha portato all’Ariston “Bayna”, “Cara Italia” e “L’italiano”, unendo le lingue che rappresentano il suo percorso di crescita e di vita, supportato dal dj tunisino Ratchopper

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SANREMO. Ha stupito per scelta e messaggio il medley proposto da Ghali durante la quarta serata del 74esimo Festival di Sanremo, dedicata a cover e duetti. Esibitosi tra i primi cantanti in gara, è salito sul palco dell’Ariston supportato da Ratchopper (all’anagrafe Souhayl Guesmi), cantante e dj tunisino noto per la realizzazione del video di “Wallah” e per la collaborazione all’album “Sensazione Ultra”, sempre del trapper della scena milanese.

Il medley, dal titolo “Italiano vero”, ha racchiuso alcuni versi di “Bayna”, brano prodotto da Ratchopper che in arabo significa «vederci chiaro» (apre l’album “Sensazione Ultra” del 2022, sopra citato). La canzone ha per altro ispirato il nome della nave di salvataggio che Ghali ha donato all’organizzazione non governativa «Mediterranea. Saving Humans», contribuendo a salvare 227 vite umane. A seguire la sua celebre “Cara Italia” e, in chiusura, “L’italiano” di Toto Cutugno. 

«Ghali ha portato un concept su quel palco che fa rabbrividire tutti coloro che dicono che non siamo italiani - ha scritto via Instagram Leila Belhadj Mohamed, editor e podcaster freelance (anche per LifeGate), attivista transfemminista esperta di migrazioni, diritti umani, diritti digitali e geopolitica - ha portato la Tunisia all’Ariston insieme a Souhayl Guesmi (Ratchopper), cantando Bayna, ma anche Toto Cutugno (noi, figli della diaspora negli anni Novanta, la sentivamo cantare da chi ci vedeva tornare a casa, dall’Italia). Un concetto duale, la dualità che viviamo ogni singolo giorno. E poi, vedere sua mamma, una mamma arrivata dall’altro lato del Mediterraneo come i nostri padri e/o le nostre madri. Wa alaykum salam (“che la pace sia con te”, ndr)». 

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