Teatro / Intervista

Edoardo Leo fra letture semiserie e tragicomiche: "Per ricordare che si può ridere di tutto"

Parla l’attore e regista romano che il 13 febbraio sarà sul palcoscenico dell’Auditorium di Trento con lo show “Ti racconto una storia", accompagnato dalle improvvisazioni musicali di Jonis Bascir

di Fabio De Santi

TRENTO. "Ti racconto una storia (letture semiserie e tragicomiche)": questo il titolo dello spettacolo in cui Edoardo Leo porta a teatro appunti, suggestioni, letture e pensieri del suo percorso di artista. L’attore e regista romano, noto al grande pubblico anche per il successo della trilogia cinematografica “Smetto quando voglio”, sarà il 13 febbraio all’Auditorium con uno show accompagnato dalle improvvisazioni musicali di Jonis Bascir.

Uno spettacolo che fa sorridere e riflettere, che racconta spaccati di vita umana unendo parole e musica. Una riflessione su comicità e poesia per spiegare che, in fondo, non sono così lontane.

Edoardo Leo, da quali presupposti nasce questo spettacolo reading?

“Le radici affondano in un progetto di diversi anni fa quando mi sono reso conto che mi interessava tantissimo capire quali strutture mettiamo in campo più o meno inconsapevolmente quando raccontiamo le nostre storie, le storie delle nostre vite, le cose che ci succedono. Così ho cominciato a raccogliere in un grande librone una serie di storie che si sono poi autostrutturate in uno spettacolo diverso ogni anno così come lo è oggi: ogni replica è giocata anche sull’improvvisazione”.

E questo titolo che fa riferimento a letture semiserie e tragicomiche?

“La mia vita è stata segnata anche da eventi tragicomici. La commedia è sempre stata una lente con la quale ho sempre cercato di guardare le cose che mi sono accadute, quelle che accadono al nostro Paese, alla mia generazione. È un’indagine che cerco di fare da sempre e che qui condenso in questo spettacolo cercando di ricordare e me stesso e agli spettatori che in qualche modo si può ridere di tutto, che l’umorismo è una lente straordinaria per conoscere il mondo che ci circonda".

Quale ruolo hanno le improvvisazioni musicali di Jonis Bascir?

“Lo spettacolo è molto jazz perché ho una partitura di parole che fa da base ma dalla quale mi stacco spesso e volentieri per improvvisare coinvolgendo anche le persone in teatro. Jonis Bascir è un musicista attore che collabora con me da molti anni fa una colonna sonora delle mie storie improvvisando al momento le note”.

Lei propone anche racconti e monologhi di scrittori celebri Benni, Calvino, Marquez e Eco.

“Ci sono degli autori che nella mia formazione sono stati e sono per me fondamentali. Marquez e Calvino ad esempio hanno cercato di raccontare le loro storie, a volte anche molto drammatiche, con la lente dell’umorismo e del grottesco. Loro sono stati una sorta di faro per tutto quello che ho cercato e cerco di fare a teatro e al cinema”.

Approposito di film ce ne sono ben cinque nel suo 2023 di cui due anche da regista fra cui I migliori giorni, Era ora e L'ordine del tempo di Liliana Cavani.

“E' stato un periodo intenso su questo fronte negli ultimi due anni. Il cinema mi diverte tantissimo ed è una grande gioia poter scegliere quali film girare e interpretare in questo momento della mia vita. Però da maggio scorso fino al prossimo giugno ho deciso di prendermi un anno di pausa col cinema. Ho deciso di non andare sul set e dedicarmi al teatro e di godermi un lunghissima tournée iniziata ad ottobre. Ho bisogno di andare in giro, fare tantissimi chilometri, andare in provincia e incontrare le persone. Fare teatro non è solo proporre lo spettacolo ma significa viaggiare, parlare con la gente in camerino e guardare il pubblico negli occhi”.

Progetti legati alla televisione?

“In primavera dovrebbe uscire su Rai1 “Il clandestino" una fiction, diretta da Rolando Ravello, che abbiamo girato lo scorso anno prima, appunto, della pausa che mi sono preso”.

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