Jazz / Evento

Mario Biondi all'Auditorium: un live acustico con 18 musicisti

Il crooner siciliano approda a Trento con la sua tourneé fortunatissima: «Voglio regalare al pubblico un’esperienza, che valorizzi anche il suono delle sale e della musica»

di Fabio De Santi

TRENTO. Un tour iniziato a metà novembre che farà tappa oggi –  lunedì 11 dicembre – all'Auditorium di Trento  (con pochissimi biglietti ancora disponibili) e che lo vedrà cantare poi anche in Australia.

Lui è Mario Biondi uno dei più noti, per molti il più, crooner italiani che sta accompagnando in un tour teatrale le canzoni del suo nuovo album “Crooning Undercover”. Per l'occasione l'artista siciliano, ma parmigiano d'adozione visto che da anni vive in Emilia, propone uno show unico con ben diciotto musicisti sul palco senza amplificazione. L'obiettivo di Biondi è quello di regalare al pubblico un’esperienza senza tempo, dall’esaltazione dell’acustica delle sale alla purezza del suono che arriverà direttamente dagli strumenti, archi, fiati e sezione ritmica per un mix di suoni e atmosfere per la prima volta in questa dimensione in un suo live.   

Mario Biondi, il suo tour è iniziato da pochi giorni con diverse date già sold out.

 “Sono davvero felice di quello che sta succedendo, dell'accoglienza che mi sta riservando il pubblico. Ma a  prescindere dall’attenzione dei fan che mi stanno regalando l’ottanta per cento di sold out, che è la parte più importante, sono contento di quello che succede sul palco malgrado le difficoltà che abbiamo per riuscire a suonare in modo acustico, come negli anni cinquanta senza monitor o spie. Ci chiediamo chi ce l’ha fatto fare ma a fine serata siamo soddisfatti e orgogliosi dei risultati".

Appunto nel suo "Crooning – The Italian Tour” al suo fianco ben diciotto musicisti senza amplificazione: da dove questa scelta? 

“Mi devo sempre mettere in difficoltà nella vita altrimenti non c’è gusto. In un momento nel quale tutto è così estremamente tecnologico e legato alle macchine, mi piaceva vedere se noi esseri umani riusciamo ancora a fare qualcosa in maniera classica e il nostro genere si presta particolarmente a questo approccio anche se non è per nulla facile”. 

Che setlist ha studiato? 

“Ho cercato di mettere a disposizione di archi, fiati, corno francese, pianoforte, contrabbasso brani che potessero funzionare per questa dimensione. La scaletta sarà giocata , soprattutto sulle canzoni di  “Crooning Undercover” ma non abbiamo tralasciato i brani più amati e conosciuti della mia discografia”.

Cosa ha raccolto nel suo nuovo album “Crooning Undercover”?

“E’ un disco che ha a che fare con crooning, jazz, swing senza essere troppo leggero e commerciale. E’ un disco piuttosto impegnato, con brani profondi, in cui ho cercato di rappresentare la musica che amavo da ragazzo con in aggiunta alcuni miei inediti che hanno a che fare con quella classicità”. 

Un lavoro impreziosito da una serie di collaborazioni prestigiose come quelle di Stefano Di Battista, Rosario Giuliani, Francesco Cafiso.

“Senza togliere nulla a quello che è successo nel mio passato dove ci sono state collaborazioni di assoluto prestigio, avere il fior fiore del jazz italiano  mi inorgoglisce e mi ha fatto molto piacere vedere anche l’amicizia in queste persone che si sono messe subito a disposizione. I  brani messi in mano a qjuesti fuoriclasse del jazz si sono impreziositi e ogni pezzo ha preso davvero una caratteristica di preziosità ed unicità”. 

Curiosa la scelta di registrare il cd a Palermo con giovani musicisti della scena jazz locale ad eccezione degli archi incisi a Budapest dalla Budapest Scoring Orchestra. 

“Ammetto di essere un po’ campanilista, adoro la mia terra che merita molto. Palermo è una città che ha sofferto tantissimo e si sta rialzando in maniera eccezionale, scrollandosi di dosso l’etichetta di noiosa che ci portiamo addosso da centinaia di anni. Questi ragazzi vivono in gran parte all’estero e riportarli a casa per questo disco mi è sembrata una bella idea. Ci siamo divertiti insieme e credo lo si  avverta ascoltando il disco”.

Per molti lei è il miglior crooner italiano: le ha mai pesato questo ruolo?

“Dire di no. Sono felice, come tutti penso, degli apprezzamenti che ricevo.Vivo il tutto piuttosto bene, malgrado di carattere io sia piuttosto intimo. A volte l'eccesso di zelo di qualcuno mi dà un po’ noia, mi innervosisce un po' la battuta sui figli (Biondi ne ha nove e un decimo è in arrivo n.d.r.), parlare della sacralità della famiglia con fare un po’ cabarettistico mi dà fastidio. L’affetto dei fan mi piace molto, me li abbraccio sempre. Mi lusinga molto che grazie un po’ a me riescono a vivere un certo tipo di emozioni anche se i sentimenti ce li hanno dentro non sono io a crearli". 


 

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