Spettacoli / Il concerto

Giuliano Palma in scena alla Trentino Music Arena: tutti scatenati con The King

Intervista con l'ex leader dei Casino Royale e dei Bluebeaters che sarà protagonista della prima serata del festival: «Il brano Satellite è una celebrazione della vita e delle sue fasi che si alternano». Apertura affidata a La Sad e Giacomo Turra & The Funky Minutes

di fabio de santi

TRENTO. Sulla scena italiana si è meritato l’aka di The King per le sue qualità di cantante e per l’impatto dei suoi live. Lui è Giuliano Palma protagonista della prima serata in programma oggi, mercoledì 23 agosto, del festival Trentino Spettacolo e Musica alla Trentino Music Arena dove suoneranno prima di lui anche, La Sad e Giacomo Turra & The Funky Minutes. Giuliano Palma, prima con i Casino Royale, era il 1987, poi con i Bluebeaters per poi dedicarsi ad una percorso da solista è un punto di riferimento per la musica ska e rocksteady tricolore. La sua estate ha il ritmo del nuovo singolo “Satellite” di cui l'artista milanese ci racconta in questa intervista.

Giuliano Palma, inizierei dal live che sta proponendo in questa estate.

«Il concerto, suonato e tutto dal vivo come piace a me, fondamentalmente ripercorre la mia carriera. Ci sono canzoni dal mio primo disco solista e tutti i singoli che mi hanno fatto conoscere negli anni nel segno anche delle cover degli anni ’60 che ho reinterpretato».

In scaletta anche il suo nuovo singolo “Satellite”?

«Questo brano è una celebrazione della vita e delle sue fasi che si alternano inesorabilmente in una danza che gira sempre e solo intorno ad una cosa, l'amore. A volte si è lontani poi però ti passa così vicino che lo puoi solo ammirare e ti fa star bene. Ho voluto sperimentare qui per la prima volta dei ritmi latini calati in quello che è il mio universo sonoro».

Qualche cover nella setlist?

«In scaletta ho riscoperto il brano “Un grande sole”, nato da una collaborazione con Samuel dei Subsonica: era da un po’che non lo suonavo e che avevo voglia di riproporre. Poi c’è “Kingston Town” pezzo dello ska originale degli anni ‘60 che molti conoscono per la versione fatta dagli UB40».

Cosa ladiverte maggiormente nella dimensione dei live, nel rapporto con il pubblico?

«Mi piace l’interazione con la gente anche stravolgendo le esecuzioni dei pezzi allungandoli per far cantare le persone quando le vedo coinvolte. Mi diverto quando la gente balla e canta insieme a me».

Lei faceva parte dei primi Casino Royale: nostalgia per quegli anni?

«Era davvero un’altra epoca. Ero giovane e certe sensazioni non le puoi più rivivere. Ricordo i viaggi insieme anche all’estero nei festival dove si incrociavano musicisti di tutto il mondo. Bellissimi momenti di una musica molto diversa da quella di oggi».

I Bluebeaters sono stati un altro capitolo importante.

«Tutto era nato per gioco visto che eravamo una sorta di super band. Non ce l’aspettavamo e non ci pensavamo neanche. Poi ci abbiamo preso gusto e la cosa non è stata più estemporanea e mi piaceva molto il gioco di riarrangiare nel genere rocksteady e ska anche brani pop della musica italiana degli anni ’60. Galeotto fu anche Gino Paoli che si propose di fare in versione ska della sua “Che cosa c’è”»

Come vive la dimensione social?

«Sono una sorta di mosca bianca, non sono molto attivo sui social anche se sono consapevole della loro importanza come veicolo promozionale. Ma io sono vintage come la musica che mi piace suonare».

Stai pensando ad un nuovo album dopo la strenna natalizia di alcuni anni fa?

«C’è l’idea di uscire con un disco d'inediti unendo gli ultimi singoli che sono usciti e altre canzoni in fase di produzione ma non ho ancora nessuna data per la release».

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