Spettacoli / Teatro

Con "Travaglio" della compagnia La Quarta Parete si chiude la rassegna "Nascere"

Stasera a Trento per la prima volta la performance sul testo di Albert Dedja, che firma anche la regia e l’allestimento scenico. Uno spettacolo che vuole proporre al pubblico un dialogo tra una madre e un figlio che vivono i loro ricordi e le loro storie comuni

di Fabio De Santi

TRENTO. È lo spettacolo "Travaglio" della compagnia Quarta Parete a chiudere venerdì 16 dicembre "Nascere" la rassegna di  cinema e teatro proposta e organizzata dall'Ufficio del Garante per i diritti dei minori e dall'Ordine della professione di ostetrica della Provincia di Trento sui temi della nascita, della maternità e della paternità. (Sala di rappresentanza della fondazione Caritro, via Calepina 1; ore 20.30).

Un viaggio di sette appuntamenti che attraverso il linguaggio cinematografico e teatrale ha portato ad esplorare il mistero della nascita e al rapporto figli genitori ad ampio raggio.

La compagnia La Quarta Parete proporrà per la prima volta  la performance teatrale "Travaglio" con il testo di Albert Dedja, che firma anche la regia e l’allestimento scenico. Uno spettacolo che vuole proporre al pubblico un dialogo tra una madre e un figlio che vivono i loro ricordi e le loro storie comuni in un lembo simbiotico tra realtà e immaginazione.

"Il titolo  Travaglio - spiega proprio Albert Dedja - è stato scelto per creare un parallelismo tra l’esperienza psicofisica di una madre durante la fase finale del parto con quella che continua anche dopo aver messo al mondo la sua creatura. O meglio dire la simbiosi che nascerà tra i due e che le accompagnerà per sempre nel loro rapporto".

Sul palco Dardana Berdyna, nel ruolo della madre, Tiziano Chiogna in quello del figlio ed Eva Nieminski in ruolo episodico. Lo spazio scenico, diviso in due spazzi d’azione, è costruito con elementi simbolici. Una divisione informale, temporale, sottile che viene penetrata dai ricordi, dai dialoghi della mente, dove perdersi e trovarsi per un confronto, per una riflessione.

"Una storia - evidenzia Dedja - che porta a indagare i misteri del nostro animo, a interrogarsi su i confini incerti della natura dell’uomo, sul ruolo che una madre occupa nella proiezione della sua creatura nella vita, nel  mondo". Lo spettacolo evidenzia quanto possa essere stupefacente e imprevedibile la vicenda umana al di là di qualsiasi confine.

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