Arte / Il caso

La grande mostra di Sgarbi al Mag di Riva del Garda? «Impossibile farla. Magari più avanti. Forse»

Dopo il roboante annuncio del nuovo presidente («Sarà dal 4 aprile»), l’amara verità dall’assessora alla cultura: «Non abbiamo i mezzi e la struttura». E anche sui costi, per ora siamo a un annuncio di una promessa di Fugatti

di Paolo Liserre

RIVA DEL GARDA. Per la serie «facciamo finta che non sia successo nulla», il cammino di Vittorio Sgarbi alla guida di quel che resta del Museo Alto Garda non sembra essere iniziato nel migliore dei modi nonostante i commenti entusiastici dei frequentatori seriali di social che all'indomani degli annunci in pompa magna di due settimane or sono si sono sperticati in lodi e salamelecchi in onore del critico d'arte e parlamentare ferrarese.

La grande mostra «Da Raffaello a Canaletto, le collezioni del principe del Liechtenstein» promessa dall'attuale presidente anche del Mart dovrà essere rinviata a data da destinarsi, sempre che in un secondo momento si riesca ancora a fare.

Di certo è altamente improbabile, se non assodato ufficialmente, che la data promessa del 9 aprile possa venir rispettata. I rumors delle ultime ore hanno trovato conferma ieri nelle parole della vicesindaca e assessora alla cultura Silvia Betta: «Diciamo che siamo in una fase di riflessione e valutazione - afferma la numero due di Palazzo Pretorio - Una mostra di questa portata è molto complessa, implica difficoltà organizzative che in questo momento il Mag difficilmente può affrontare tenendo conto che il museo di Riva non ha una struttura come quella che può avere e ha il Mart di Rovereto».

Tradotto: ci piacerebbe ma in quattro e quattr'otto diventa non solo difficile ma praticamente impossibile.

«Al presidente Sgarbi come a noi - prosegue Betta - sarebbe piaciuto tantissimo iniziare la stagione museale, per giunta sotto Pasqua e con un consistente movimento turistico, con una proposta di questa caratura. Ma ritengo difficile che si riesca a fare. Al momento notizie certe non ce ne sono. Comunque è una decisione rispetto alla quale siamo perfettamente in sintonia, se n'è reso conto lo stesso presidente Sgarbi così come i vertici operativi del Museo (a cominciare dal direttore Matteo Rapanà, ndr.). Vedremo se posticiparla, recuperarla più avanti o come fare».

Tra l'altro l'esposizione dei gioielli artistici del principe del Liechtenstein non sarebbe certo costata due euro. E che siano soldi della Provincia o del Comune, sempre di soldi pubblici parliamo. Basta interpellare qualche esperto del settore, non il primo tizio che passa per strada: tra assicurazione, trasporti e altre voci di annessi e connessi, una mostra di questa caratura costerebbe dai 300 mila euro in su, pressapoco la metà del bilancio di un anno del Museo Alto Garda.

La mostra «Da Raffaello a Canaletto, le collezioni del principe del Liechtenstein» avrebbe dovuto aprire i battenti il prossimo 9 aprile e rimanere in visione al pubblico sino al 4 settembre. Il presidente Sgarbi lo aveva annunciato nel primo incontro del nuovo cda del Mag il 14 gennaio scorso, esattamente due settimane fa: «È la mostra più importante organizzata in Trentino negli ultimi trent'anni - aveva sottolineato trionfalisticamente - Con assicurazione pagata, catalogo in parte già fatto e un contributo che la Provincia, tramite il presidente Fugatti, mi ha già assicurato. Non potevamo perdere questa occasione, la mostra si ripaga da sola».

Se e quando si farà. Forse.

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