Spettacoli / Musica

“Ci vuole orecchio. Elio canta e recita Enzo Jannacci”

Capodanno fra musica e parole quello proposto dal Centro S. Chiara nel segno dell’indimenticabile cantautore milanese qui ricordato attraverso i suoi grandi classici ma anche con brani meno noti

di Fabio De Santi

TRENTO. Si va verso il sold out, pochissimi i biglietti ancora disponibili per lo show “Ci vuole orecchio. Elio canta e recita Enzo Jannacci” in scena venerdì 31 dicembre, alle 20,30, al Teatro Sociale. Un Capodanno fra musica e parole quello proposto dal Centro S. Chiara nel segno dell’indimenticabile cantautore milanese qui ricordato attraverso i suoi grandi classici ma anche con brani meno noti. Un cantautore davvero unico Jannacci come evidenzia in questa intervista Stefano Belisari in arte Elio.

Elio, quali sono le radici di questo omaggio ad Enzo Jannacci?

“E’ un qualcosa che volevo fare da tanto tempo. Con Jannacci siamo stati molto legati spiritualmente anche se purtroppo l'ho incontrato pochissime volte nella mia vita. Non posso dire che lo conoscevo o che fosse mio amico ma lo ascolto da quando sono nato. Era un compagno di classe di mio padre al liceo, per cui sento parlare di Jannacci da sempre. A me piace tantissimo e una delle tante cose che volevo fare nella mia vita era di portare in scena le sue canzoni”.

Come si è concretizzato sul palco?

“Ho parlato di questa idea con Giorgio Gallione con cui ho collaborato spesso negli ultimi anni. Anche a lui piace molto Jannacci e allora ci siamo detti “Facciamolo. Portiamolo in scena”. Lui ha scelto diverse canzoni di Enzo cercando di evitare il più possibile le più note, le più ovvie e forse anche quelle che raccontano meno Jannacci. Le canzoni sono unite da alcuni brani letti o recitati sempre scelti da Gallione.
Sul palco con me ci sono cinque musicisti che mi aiutano moltissimo e che non sono solo bravi ma anche entusiasti e completamente coinvolti in questo spettacolo. Il risultato, giudicando quello che è accaduto in queste prime trenta repliche, sembra molto buono. Sono contento perché uno degli obiettivi di questo progetto oltre al mio appagamento personale era quello di far ascoltare Jannacci anche a chi non l'ha mai visto e sembra che ci stiamo riuscendo".

Qual è l'unicità di questo cantautore?

“Da tanti anni faccio parte della scuola che le cose o piacciono o non piacciono. Secondo me lui piace ma è poco noto a chi non lo segue. Vale la pena ascoltarlo perché è un artista unico e originale con un punto di vista che secondo me non ha nessun altro in Italia e pochi al mondo. E’ un patrimonio italiano un pochino sottovalutato”.

Per molti Jannacci era troppo “milanese”?

“Non ci sono dubbi sul fatto che Enzo Jannacci sia milanese e che racconti Milano ma metterei i puntini sulle "i" a questa definizione. I milanesi non sono poi davvero milanesi: lui stesso era figlio di un pugliese e di una comasca. In realtà cosa vuol dire essere milanese? Abitare a Milano ma il dna è italiano. Secondo me raccontando Milano lui racconta in realtà tutta l'Italia“.

Cosa c'è nel suo 2022?

"L'anno che si è appena chiuso per me è stato ricco di progetti ed esperienze. Non mi sono mai fermato nonostante i molti problemi legati alla pandemia. Penso che nel 2022 proporrò ancora l'omaggio a Jannacci ed ho appena finito di registrare le serate di Italia's got talent dove mi hanno insignito del ruolo di giudice in attesa della finalissima che sarà in diretta".

Approposito di piccolo schermo lei è stato anche fra i protagonisti di "L.o.l." su Amazon che ha avuto un grande successo?

"L.o.l. è stata una bella esperienza. Eravamo in dieci e ci siamo divertiti un sacco anche perché nessuno rompeva i coglioni all'altro. Il pubblico ha compreso che fra noi c'era una bella alchimia e ha premiato questo comedy show fra artisti più o meno comici ad eliminazione. Chi rideva finiva fuori e credo che con la mia versione della Gioconda ho messo a dura prova tutti quanti".

Quanto le mancano i suoi compagni d'avventura delle Storie Tese e ci sarà mai una reunion?

"Li vedo sempre e quindi non mi mancano, anzi siamo molto più rilassati e sereni ora quando ci incontriamo. Insieme abbiamo scelto di chiudere una pagina della nostra storia ma non è detto che non ce ne saranno altre. La parola reunion fa davvero "grossa band" - risponde sorridendo Elio (n.d.r).- e mi piace un sacco ma se mai ci sarà un nostro ritorno dovrà essere perché è arrivato il momento giusto, l'attimo magico per dire "ok ora torniamo a suonare insieme".

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