Trento / L'intervento

Duomo, saranno restaurati 23 affreschi e la tomba di Bernardo Clesio

La Soprintendenza per i beni culturali della Provincia ha autorizzato una seconda variante in corso d'opera al progetto di restauro conservativo della cattedrale

TRENTO. La Soprintendenza per i beni culturali della Provincia ha autorizzato una seconda variante in corso d'opera al progetto di restauro conservativo del Duomo di Trento, che comprende una consistente mole di nuovi interventi di restauro, tra cui gli affreschi e gli ornati e in particolare ventitré dipinti murali e un dipinto su lamina metallica e poi il paramento lapideo interno.

A questi si aggiungono interventi consolidamento statico e miglioramento sismico negli ambiti del transetto, coro, tamburo, tiburio e cupola.

Gli interventi di restauro della Cattedrale San Vigilio sono iniziati nel 2014 con l'autorizzazione al progetto di consolidamento strutturale di alcuni piloni della navata centrale, poi allargato al consolidamento strutturale della navata sud e del transetto e il restauro del coro in legno e un primo lotto di affreschi sulle volte a crociera. Sono stati poi aggiungi anche il restauro del monumento funebre a Bernardo Clesio e altri restauri complementari.

L'Ufficio beni storico-artistici della Provincia ha dato il suo via libera ai lavori con però una seria di prescrizioni.

Tra queste, viene richiesto un cronoprogramma «considerati il numero, la diversità e la dislocazione dei dipinti murali oggetto di intervento alcuni dei quali raggiungibili solo con l'utilizzo dei ponteggi».Si stabilisce inoltre che «tale piano dovrà prevedere di iniziare i lavori dai riquadri dipinti posti alle quote più elevate per poi affrontare il restauro dei dipinti posti a livello più basso ed eventualmente raggiungibili anche senza l'utilizzo dei ponteggi fissi».

Viene evidenziato poi che «nel cronoprogramma dovrà essere ricompresa anche l'esecuzione dei lavori di conservazione e restauro del dipinto murale raffigurante Madonna con Bambino opera di un pittore dell'Italia settentrionale, databile verso il 1320, e collocato nell'abside maggiore della cattedrale il cui restauro è già stato autorizzato a suo tempo (dicembre 2019), l'intervento su tale dipinto è particolarmente importante perché l'affresco non è mai stato oggetto di interventi di restauro pregressi e in quanto tale può risultare utile come esempio di riscontro delle fasi di pulitura da realizzare anche su altri dipinti presenti in chiesa».

Altre prescrizioni da parte dell'Ufficio beni architettonici riguardano il restauro della tomba di Bernardo Clesio.

Si stabilisce che «lo spostamento del monumento funebre di Bernardo Cles è subordinato alla presentazione degli elaborati esecutivi comprensivi della Scheda tecnica di restauro relativi alla soluzione concordata con i funzionari della Soprintendenza per i beni culturali, subordinando ogni scelta alle esigenze conservative del monumento, all'entità dei ritrovamenti che emergeranno dallo smontaggio degli elementi superiori e alle esigenze relative alla traslazione degli eventuali resti della sepoltura».

Si evidenzia, tra le altre cose, che il rimontaggio del coro ligneo «è subordinato al completamento delle operazioni di documentazione, studio e restauro delle strutture e degli ornati che testimoniano l'antica organizzazione del presbiterio e della cripta».

Infine, gli interventi di restauro delle sculture, delle lapidi e degli altari lapidei, che esulano da ordinari interventi di blanda pulitura o che comportano azioni su superfici pittoriche, dovranno essere soggetto a «specifiche schede tecniche di restauro al fine di concordare con i funzionari incaricati le fasi di intervento».

comments powered by Disqus