Classica / L’evento

Attenzione, «La Musica è pericolosa», e se ce lo dice il Maestro Nicola Piovani… stasera a Riva

Intervista al compositore e direttore d’orchestra, che oggi al Palacongressi propone un inedito concerto: non solo note, ma anche immagini

di Fabio De Santi

RIVA. Un viaggio musicale in libertà per raccontare al pubblico il senso dei percorsi che l'hanno portato a fiancheggiare il lavoro di artisti come De André, Fellini, Moretti, Bellocchio e di registi spagnoli, francesi, olandesi, per teatro, cinema, televisione e cantanti strumentisti. E’ quello che intraprende il Maestro Nicola Piovani, con il suo gruppo, in “La Musica è pericolosa” lo spettacolo proposto oggi lunedì 26 luglio 2021 alle 21.45 (era previsto al Parco della Rocca, ma è spostato per maltempo al Palacongressi), per il Musica Riva Festival.

Un concerto arricchito anche da video di scena che integrano il racconto con immagini di film, di spettacoli e, soprattutto, immagini che artisti come Milo Manara hanno dedicato all'opera musicale di Piovani. Con il Premio Oscar per “La Vita è Bella” il film di Roberto Benigni, abbiamo parlato di questo evento e della gioia di ritrovare il contatto con il pubblico.

Maestro Nicola Piovani, da dove un titolo come "La Musica è pericolosa" che segna anche il concerto al Musica Riva Festival?

”La Musica è pericolosa rimanda ad un'affermazione di Federico Fellini: considerava la musica “pericolosa” in senso buono, perché è una lingua che ti emoziona profondamente pur non parlando di nulla, pur essendo priva di contenuti. È un’emozione irrazionale e profonda che a lui dava un senso di panico".

Quali sono allora le forme sonore di questo spettacolo?

“È un racconto fatto prima con la parola e poi proseguito dagli strumenti musicali: il violoncello, la chitarra, le percussioni, il contrabbasso, i fiati. E il pianoforte".

Oltre le sette note "La musica è pericolosa" è fatta anche di altri elementi: quali?

"Immagini e memorie evocate saltuariamente. Senza un ordine preciso o un criterio, ma seguendo il filo emotivo del racconto".

C'è una composizione che per questo tour estivo lei ha "rispolverato" dal suo ricco repertorio?

"No: il viaggio di questo concerto è stato interrotto dal Covid, più di un anno fa. Al momento di riprenderlo, di ripartire – seppur lentamente – ho voluto riprendere il discorso proprio da dove l'avevamo lasciato".

Che effetto le sta facendo ritrovare la dimensione dei live e il contatto del pubblico?

"È una gioia bellissima. Abbiamo molto sofferto la mancanza del Teatro, del concerto dal vivo, e ora che lentamente si riprende l'emozione è fortissima. Abbiamo sofferto, lo voglio precisare, per colpa unicamente del virus, anche se proviamo a scaricarne la responsabilità sui governi, sui medici. Ora che la tempesta sta passando dovremmo essere tutti molto cauti, prudenti. Una ricaduta sarebbe tragica".

"La Musica è pericolosa" è anche il titolo del suo libro autobiografico pubblicato nel 2014 : sta pensando ad una nuova edizione o magari ad un altro libro per raccontare il suo mondo di artista?

"Per il momento quello resta il mio primo ed ultimo libro. Poi, in futuro, non si può mai dire”.

Cosa può anticipare ai lettori dell'Adige dei suoi progetti futuri legati al cinema ma non solo?

"Per il cinema ho musicato un film francese “Les amours d’Anais” per la regia di Charline Bourgeois in uscita nelle sale, credo, il prossimo inverno. Poi sto ultimando i film di Sergio Rubini e quello di Paolo Taviani. Ho anche molti progetti non cinematografici: un'Opera per gennaio al Teatro Verdi di Trieste, un concerto per flauto e uno per fagotto – con orchestra. Dopo tanti film musicati, mi voglio dedicare alla musica da concerto" .

 

 

 

 

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