Musica / Rock

Tornano i Bastard Sons of Dioniso, e sono «Tali e squali»

Uscito il nuovo singolo della band trentina, che anticipa l’album, ma con il lockdown e il divieto di concerti «è stata veramente dura»

di Fabio De Santi

TRENTO. Finalmente Bastard. A distanza di quattro anni dall'ispirato «Cambogia» il terzetto di rocker trentini dei Bastard Sons of Dioniso  ritorna da oggi, in radio e negli stores digitali, con un brano inedito.

Le note sono quelle di Tali e squali un pezzo dal taglio decisamente grintoso che anticipa il nuovo disco della band formata da Jacopo Broseghini, Michele Vicentini e Federico Sassudelli.

Di «Tali e squali», che esce per Fiabamusic, distribuito da Artist First, nuova tessera nel mosaico sonoro del gruppo in azione da oltre quindici anni, e delle mosse future del gruppo ci parla Jacopo Broseghini, il bassista.

Jacopo qual è l'origine di "Tali e squali"?

«La genesi del brano, si può dire sia stata a lungo meditata. L'idea iniziale è di Michele e risale a più di due anni or sono. Per la melodia delle voci e la ritmica del basso nei ritornelli si è fatto un lavoro di semplificazione che ci ha fatto davvero sudare, considerando le decine di variazioni che abbiamo tentato. Non da meno è stato il lavoro sul testo, per il quale abbiamo coinvolto diverse persone. Sul ritornello non trovavamo mai le liriche adatte, fino a quando una notte mi è apparso uno dei più grandi artisti italiani svelandomi i primi due versi. Fortunatamente le rivelazioni oniriche non pretendono i diritti d'autore».

Chi sono allora gli "squali" in questione?

«Gli squali siamo noi. Noi che non possiamo permetterci di fermarci, altrimenti il respiro viene a mancare. Non c'è un'accezione spregiativa dello squalo. È che lo squalo, se si ferma, muore. È una questione di sopravvivenza».

Dal punto di vista del sound che tiro ha questo brano?

«Il tiro è decisamente rock! Grazie al lavoro delle riprese delle batterie al Metro Rec. studio di Riva del Garda con Sirio avevamo un'ottima base dove poggiare il basso e la chitarra. Il lavoro di mixing affidato a Marco Dal Lago ha predisposto tutto nello spazio sonoro in maniera potente ed emozionante a sostegno delle voci, per poi finire con il mastering nelle mani di Giacomo Plotegher che ha portato "Tali e squali" alla potenza e brillantezza che necessitava».

Ad accompagnare il lancio del brano anche un videoclip.

«Si, e naturalmente non potevamo esimerci dal fare qualche cosa fuori dal comune. L'ultima volta eravamo stati a 3000 metri a 15 sotto zero, questa volta abbiamo costruito un piccolo soggiorno galleggiante sul lago di Caldonazzo lasciandoci portare alla deriva dal vento».

Perché avete scelto "Tali e squali" come primo estratto del vostro nuovo lavoro e quanto è rappresentativo di quello che sarà l'album?

«Tali e squali è il brano giusto per noi in questo momento, rappresenta bene il sound e la nostra attitudine attuale, fotografa l'idea sonora che emergerà poi nella tracklist del nostro disco».

A questo proposito come stanno andando i lavori sul vostro ottavo lavoro in studio?

«Ci sono tante belle canzoni, ma stiamo affrontando il lavoro nell'ottica della realtà odierna. Non abbiamo fretta di fare uscire un disco che non possiamo promuovere con i concerti e tutto ciò che ne consegue. Il nostro fermento creativo dura da anni e sarebbe triste non poter suonare le nuove canzoni in mezzo alla gente».

Vi siete dati un'ipotetica data di uscita: i vostri fan scalpitano considerando che il vostro ultimo disco, "Cambogia" è targato 2017?

«Chi ci segue conosce l'attenzione che riponiamo in quello che cerchiamo di fare. Entro la fine di questo 2021, credo, sperando, perché è auspicabile che il lancio di un disco sia accompagnato da un tour, che anche per i live la situazione migliori».

Da oltre un anno siamo immersi nell'emergenza pandemica: come avete vissuto e state vivendo questo frangente?

«Stiamo vivendo il momento cercando di fare la nostra parte, rinunciando al lavoro con il pubblico e facendo il possibile in studio di registrazione. Umanamente, in questo caso parlo per me, non è stato e non è facile».

Quanto vi mancano i live e state progettando qualcosa per l'estate?

«L'essere on stage, incontrare chi ci ascolta ci manca davvero tantissimo. Noi ci teniamo pronti per ripartire, un po' come degli atleti, andare sul palco è anche un'immersione fisica in una dimensione liquida. Vedremo cosa ci attenderà. qualche data in opzione c'è già. Speriamo di tornare a suonare il prima possibile».

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