Pinguini Tattici Nucleari «Siamo veramente fieri di essere provinciali»

I «Pinguini tattici nucleari», la band bergamasca arrivata terza a Sanremo 2020 con Ringo Starr, è tra i protagonisti della giornata al Festival di Giffoni grazie a due incontri con i ragazzi, nei quali le domande vanno dai temi d’attualità come la pandemia ai significati dietro le loro canzoni.

“Siamo fieramente provinciali, anche se con questo non diciamo di non ampliare i propri orizzonti - spiega il frontman Riccardo Zanotti, che si alterna nelle risposte con gli altri componenti del gruppo, Lorenzo Pasini, Nicola Buttafuoco, Simone Pagani, Matteo Locati e Elio Biffi -. Bisogna conoscere le altre culture ma tante volte alla fine ti trovi bene nel tuo.
Noi a Bergamo ci troviamo molto bene. Non siamo dediti agli eccessi e ai vizi, siamo molto sobri, non siamo particolarmente punk...”.

“Abbiamo altre qualità - chiosa sorridendo il tastierista del gruppo Elio Biffi -. Anche se nelle nostre canzoni parliamo spesso di andarcene, ma a un certo punto della nostra vita abbiamo deciso di rimanere saldamente ancorati alla provincia, ci permette di osservare e raccontare meglio il turbine della realtà, senza esserne fagocitati”.

Il lockdown per la pandemia è arrivato proprio poco prima l’inizio del loro tour nei palazzetti: “Ci siamo rimasti molto male, ma chiaramente eravamo consapevoli che in gioco c’era qualcosa di molto più grande di noi. Prima di tutto c’è il bene comune e la salute dei cittadini” dice Riccardo.

Durante la tragica chiusura per il Covid, “abbiamo sempre cercato di portare avanti i nostri progetti, senza dimenticarci ciò che accadeva a Bergamo e intorno a noi - aggiunge Matteo Locati, batterista della band-. C’era bisogno di dire quanto fossimo vicini alla nostra città e a quelle persone che non se la passavano molto bene. È stata una sfida con noi stessi. La cosa importante era sensibilizzare la gente ed è quello che abbiamo provato a fare”.

Tante le domande su uno dei brani più amati della band, Irene: “Parla del futuro incerto della nostra generazione precaria, che non a se se riuscirà ad avere un lavoro e mantenerselo- racconta Riccardo -. E’ una canzone che ci ha fatto fare un salto di qualità, penso sia molto vera e onesta”.

comments powered by Disqus