Simone Sassudelli è Danny Zuko in Grease il 10 e 11 febbraio all'Auditorium di Trento

di Fabio De Santi

A Trento è sempre Greasemania. Dopo la serie di sold out degli scorsi anni l’Auditorium S. Chiara sarà gremito, con i biglietti introvabili da diversi giorni, anche per gli spettacoli di lunedì 10 e martedì 11 febbraio. A rendere speciale i due eventi la presenza del cantante e attore trentino Simone Sassudelli scelto dal team della Compagnia della Rancia per interpretare in scena un personaggio leggendario Danny Zuko. Sassudelli, come ci racconta in questa intervista si confronta con l’immaginario legato ad un attore come John Travolta, protagonista del film “Grease”.

Sassudelli che effetto le fa essere sul palco dell'Auditorium come stella di Grease?

<E’ la prima volta che mi esibisco in questo teatro con uno spettacolo professionale e il giorno in cui è stata annunciato lo show di Trento, poi raddoppiato, sono stato contentissimo. Sembrava una data lontanissima e ora che sta per succedere mi sale dentro un'emozione fortissima. Quella al S. Chiara sarà la serata più intensa per me: saranno presenti i miei famigliari, gli amici, la mia primissima insegnante di recitazione Rosella Ducati e quasi tutto l'Altopiano della Vigolana. C'è tanta aspettativa da parte di tutti e da parte mia voglio dimostrare come l'impegno ti premia sempre e come, se ci si crede, tutto può accadere. Ritornare a casa come capitano dei T-Birds in Grease su un palco trentino rappresenta per me un grande traguardo>.

Un doppio sold out anche a Trento: qual è il segreto di questo musical?

<Grease sarà sempre un classico evergreen perché racconta di tutti noi. E' come sfogliare pagine di diario della nostra adolescenza: i primi amori, le delusioni, le amicizie vere, la voglia di crederci e il senso di unione; anche se si parla degli anni cinquanta credo che ognuno abbia vissuto tutto questo e quindi Grease diventa un modo per sognare e rispolverare tra i ricordi. E' grintoso, diretto e con semplicità racconta la complessità dell'adolescenza grazie a un tocco musicale che è da anni diventato un cult. Grease non passerà mai di moda perché parla di vita>.

Quanto è difficile calarsi nei panni di Danny Zuko che nell'immaginario di tutti sono quelli di John Travolta?

<Travolta insieme a Olivia Newton-John sono i simboli di questa storia e quindi è importante prendere spunto da loro ma senza cercare di copiarli. Ci sono dei momenti che il pubblico si aspetta di vedere, come la camminata di Danny o il suo aggiustarsi i capelli, ma la vera difficoltà è stata quella di trovare il mio Danny, di lavorare insieme al regista su cosa vestisse meglio su di me così da creare un personaggio efficace ed originale senza però snaturarlo. Danny può sembrare un ragazzo semplice all'apparenza, quando in realtà rappresenta la parte di noi che per paura vuole nascondersi dietro a una maschera per non mostrare la propria vulnerabilità. Interpretare un bullo che è allo stesso tempo molto innamorato è stata la sfida più grande>.

C'è qualche aspetto di questo personaggio in cui si ritrova?

<Danny e Simone sono diversi per molti aspetti: ad esempio non sono mai stato prepotente o leader, ma senz'altro sono stato anch'io innamorato e Zuko mi ha ricordato le mie prime cotte al liceo. Gli imbarazzi, i primi baci, le prese in giro degli amici. Mi ha ricordato che anch'io sono stato così innamorato da cercare di cambiare per quella persona, conquistarla a tutti i costi. E' bello ritornare ragazzino e vivere con gli occhi di Danny una realtà che ho sperimentato e che in realtà continua ad essere dentro di me>.

Cosa c'è nel suo 2020?

<Qualche anno fa il Danny che mi ha preceduto mi ha detto "Ti auguro di andare così veloce nella vite da costringere i tuoi sogni a inseguire te" e questo è quello che spero per quest’anno e per tutti quelli a venire: come ho fatto in passato, voglio continuare a rischiare anche quando mi sembrerà di rischiare troppo. Voglio ottenere un nuovo visto per gli Stati Uniti, lavorare dove troverò terreno fertile vivendo ogni secondo al massimo>.

Qual è la cosa che ti diverte maggiormente di questo musical?

<Oltre che ballare e cantare sotto le note di questo colossal del teatro musicale è bellissimo trovare il divertimento nei controscena, dietro le quinte, negli sguardi tra i colleghi, mantenendo sempre il personaggio e senza staccare mai. Credo questa sia la chiave per divertirsi davvero in questo mestiere: lasciare che sia la storia a parlare e quando ci si fida della storia allora il resto vien da se. Stare sul palco mi fa dimenticare chi sono perché Simone scompare dietro Danny e quindi si gode tutto così come lo vivrebbe Danny. Si pensa che il teatro sia finzione, invece ciò che succede dentro noi attori e sul palco è tutto molto vero>.

Quanta fatica c'è invece ogni sera nell'interpretare un musical?

<Posso dire che fare Grease, così come qualsiasi altro show richiede molto da un punto di vista di energia. Oltre a questo non credo sia una fatica vera e propria, e non stiamo salvando vite, ma ci resta comunque una grande responsabilità nei confronti del pubblico che paga per vedere uno spettacolo e magari rinuncia a una cena fuori per poterci vedere: è un segno di rispetto il nostro. Inoltre, forse perché io amo davvero tanto questo mestiere non mi pesa mai veramente. Richiede dedizione e impegno: non si deve sottovalutare la propria routine al di fuori dello spettacolo, ovvero tutto ciò che riguarda la preparazione, riscaldarsi fisicamente e vocalmente, ma anche rinunciare a stare in piedi fino a tardi, bisogna dormire molto e mantenersi idratati. In quanto performer si è atleti, dobbiamo puntare sulla durevolezza e in quanto atleti dobbiamo ascoltare il nostro corpo al massimo poiché è il nostro unico vero strumento>.

 

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