Gli straordinari Dix e Bahrami al Teatro Sociale

Chiusura davvero con i fiocchi per la cultura trentina, questa sera, con un Capodanno a teatro organizzato dal Centro Santa Chiara, tra musica, arte e divertimento.

Per l’ultima serata dell’anno, ieri sera sul palco del Teatro Sociale a Trento si sono esibiti al naturale la comicità di Gioele Dix e il virtuosismo di un maestro del pianoforte come l’iraniano Ramin Bahrami, uno dei più grandi interpreti mondiali di Bach. I due si incontreranno nell’ambito della manifestazione «30per100».

Il Sociale ha fatto così da sfondo ad un incontro artistico tra due mondi apparentemente lontani, accomunati da una profonda stima reciproca. Un musicista curioso delle parole come Bahrami ed un attore affascinato dalla musica come Gioele Dix, che insieme daranno vita a qualcosa di straordinario: una nuova lingua comune tra musica e letteratura. L’istrionica padronanza del palco del noto attore e regista sessantatreenne, si incrocia con il talento al pianoforte di Bahrami, che si rivela un’irresistibile spalla per le improvvisazioni e la comica affabulazione del compagno di scena.

Un progetto in cui sono diversi gli incroci coraggiosi e inattesi, a cominciare da quelli che danno origine al titolo: i folgoranti “romanzi in una pagina” contenuti nella «Centuria», piccolo capolavoro della letteratura italiana del XX secolo scritto da Giorgio Manganelli, incontreranno le «Variazioni Goldberg» di Johann Sebastian Bach. 30 variazioni musicali per 100 micro-storie, una divertita indicazione matematica che prova a dare una dimensione a ciò che non è misurabile: l’arte, la sorpresa, la musica, l’incontro vertiginoso di mondi lontani. «Manganelli era un personaggio geniale, ostico, che amava le complessità e di conseguenza disprezzava le scorciatoie – racconta lo stesso Gioele Dix – “Centuria” è un libro di scintille. Ogni romanzo fa universo a sé e quello a cui puntiamo noi è usare provocatoriamente cose difficili, come la musica di Bach e la scrittura di Manganelli, facendolo però in modo scanzonato e mantenendo sempre un rispetto sacrale verso la letteratura. Proviamo a rendere un po’ meno complicate cose che sono sublimemente complicate».

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