Stasera la Haydn a Trento tra classicismo e romanticismo

Stasera a Trento (Auditorium, ore 20.30), il maestro Michele Mariotti torna sul podio dell’Orchestra Haydn fra Classicismo e Romanticismo, in un programma che accosta alla Sinfonia n. 8 di Beethoven (una delle più “classiche” ma anche fra le meno eseguite in concerto) una delle più celebri partiture di Mendelssohn, la Sinfonia n. 4 “Italiana” e il “Pas de six” tratto dal “Guglielmo Tell” di Gioachino Rossini.

L’Ottava Sinfonia in fa maggiore fu composta, con una rapidità per Beethoven insolita, tra l’estate e l’autunno del 1812, principalmente durante il soggiorno di cura a Teplitz. La prima esecuzione ebbe luogo a Vienna il 27 febbraio 1814. L’Ottava è stata a lungo considerata la cenerentola delle Sinfonie beethoveniane. Le minuscole proporzioni di questa «piccola Sinfonia», come la chiamò lo stesso autore, la più breve fra quelle da lui scritte, che sembrano formalmente indicare orizzonti settecenteschi, tratti umoristici se non addirittura burleschi, disorientarono e delusero i contemporanei e i posteri che in essa non riconobbero più il Beethoven titanico e mitico, patetico e «profondo», delle loro sclerotizzate visioni.

Nel corso dell’Ottocento, furono numerosi le voci che si levarono in difesa della «piccola Sinfonia»: oltre a Wagner, che amò dirigerla sovente nei suoi concerti, quella di Robert Schumann, che scrisse, dopo un’esecuzione dell’opera, il 10 dicembre 1840: «Fra le Sinfonie beethoveniane quella in fa è la meno eseguita e ascoltata: perfino a Lipsia, dove tutte sono conosciute e quasi popolari, si nutre qualche prevenzione proprio contro questa che per profondità umoristica non ha forse l’uguale fra le opere del Maestro».

La serata si chiuderà con la Quarta Sinfonia di Mendelssohn, l’«Italiana», pagina che coniuga la cultura di lingua tedesca con la civiltà italiana, partitura frutto del viaggio che il compositore tedesco compì nella nostra penisola e dal quale trasse fecondi stimoli.

Michele Mariotti, pesarese, ha concluso gli studi umanistici e si è diplomato in composizione al Conservatorio Rossini della sua città e all’Accademia Musicale Pescarese con Donato Renzetti.
In ambito sinfonico è salito sul podio di svariate Orchestre e in vari Festival. Dal 2016 è stato protagonista, con successo, di opere come I due Foscari alla Scala di Milano, La traviata all’Opéra di Parigi, Les Huguenots alla Deutsche Oper di Berlino, Semiramide alla Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera. Ha debuttato al Concertgebouw di Amsterdam sul podio della Nederlands Philharmonisch Orkest. L’Associazione Nazionale Italiana Critici Musicali gli ha assegnato il 36° Premio Abbiati come miglior direttore d’orchestra del 2016.

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