Il Mart si prepara ad accogliere Biondo «Non voglio essere volgare»

di Fabio De Santi

Con il video legato all’Ep d’esordio «Dejavu», disco d’oro, ha totalizzato oltre 27 milioni di visualizzazioni su YouTube ed ora Biondo punta ad andare ancor oltre con il suo primo album «Ego» anticipato dal singolo «Vodka».

Biondo, nome d’arte del ventenne Simone Baldasseroni, è una delle carte più importanti che si gioca Agostino Carollo nel cartellone del Natale roveretano con lo spettacolo dell’1 dicembre sotto il cupolone del Mart di Rovereto. In questa intervista siamo entrati nel mondo di questo ragazzo, lanciato dal talent Amici, considerato uno dei maggiori talenti di quel filone del rap chiamato «rnb» da non confondersi con il vecchio caro rhythm’ n’blues.

Cosa delinea la parola «Ego» scelta per marcare il suo debutto?

Era un titolo che avevo in mente fin da quando ho cominciato a scrivere l’album: Ego perché questo era un lavoro in cui volevo dimostrare al pubblico nuovi lati di me. Rappresenta due parti di me: la prima, l’ego che è presente in ogni artista, a volte aumentato dal riscontro che si ha in termini di popolarità, la seconda rappresenta un ego più introspettivo che spesso non facciamo vedere alle persone perché sono parti celate di noi. Un dualismo che si esplica ad esempio con quello che mi succedeva questa estate in tour: facevo un concerto davanti a tremila persone e poi la sera mi ritrovavo da solo in albergo, un picco dall’alto al basso.

A differenza di tanti giovani artisti di oggi non hai scelto di fare trap: come mai?

Ho sempre amato il rap e l’rnb nasce dall’hip hop e non penso si possa definire come un genere musicale ma piuttosto come una cultura, uno stile di vita. L’rnb è una sorta di cugina del trap nel senso che si differenzia da essa per lo stile di vita e per i contenuti che affronta. La trap ha tematiche più gangsta mentre l’rnb tratta temi più attuali, di amori, di situazioni strane con ragazza mentre dal punto di vista musicale nella trap si tende a cantare mono mota mentre l’rnb ha variazioni musical.

I testi mi sembrano comunque pensati e mai esagerati.

Se ascolti il mio disco comprendi bene quanto siano importanti le parole, per me sono allo stesso livello della melodia, della base, delle immagini che voglio creare, tutti elementi che devono andare insieme alla perfezione. Non mi piace mai esagerare o essere volgare ma piuttosto arrivare al cuore di chi mi ascolta con il mio linguaggio.

Cosa le resta dell’esperienza di Amici?

Amici mi ha portato solo cose positive, non mi ha levato niente, mi ha solo dato. Prima ero un ragazzo che faceva la sua musica e non sapeva neanche tenere il microfono in mano mentre grazie ad Amici ho iniziato un cammino che mi auguro possa portarmi lontano.

Concludiamo con lo show al Mart: cosa promette ai suoi fan?

Sarà un concerto tipicamente rnb legato a colori, suoni e al modo di relazionarsi con le persone. Sul palco vengo accompagnata da una dj, mi muovo, vado in mezzo ai fan, interagisco con loro, cerco sempre il contatto con chi mi viene ad ascoltare. A Roma ho pensato di mettere i titoli delle mie canzoni con una foto dentro delle lettere che contenevano un pensiero legato al brano e le lanciavo ai fan magari a Rovereto farò qualcosa di simile o di completamente diverso.

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