Woody Allen, niente film nel 2019

Woody Allen schiaccia il pulsante «pausa» suoi sui «ciak si gira» e, con una mossa senza precedenti in decenni, lascerà il pubblico a secco di suoi film nel 2019. L’eclettico regista, 82 anni, è stato finora sistematicamente in sala cinematografica con almeno un film all’ anno. "A Rainy Day in New York", il suo 48mo lavoro, uscirà a fine anno, poi nessun altro progetto, nonostante un contratto con Amazon firmato nel 2016 che lo vincola con altre tre pellicole.

Trattandosi di un personaggio come Allen, le speculazioni si sono rincorse una dietro l’altra. «I suoi film non fanno soldi e sono anni che cerca finanziatori», scrive il New York Post citando una sua fonte. Persino Amazon sembra essere disposto a fare marcia indietro rescindendo il contratto con il regista ma onorando lo stesso il compenso stabilito. Che Allen sia stato travolto dal movimento #metoo? «Dovrei fare il testimonial per il movimento #Metoo», aveva detto il regista in un’intervista alla stampa argentina lo scorso giugno. «Sono nel settore (cinematografico, ndr) da 50 anni, ho lavorato con centinaia di attrici e non una, famosa o principiante, ha mai accennato a comportamenti impropri», aveva sottolineato.

Ma forse dimenticava di essere finito nell’occhio del ciclone dopo che la figlia adottiva Dylan Farrow lo aveva accusato di averla molestata quando era solo una bambina. Dimenticava anche che nel 1992 l’allora compagna Mia Farrow chiese la separazione dopo aver scoperto alcune fotografie pornografiche scattate da Allen di Soon-Yi Farrow Previn, orfana coreana di 19 anni affetta da un disordine di apprendimento, adottata dalla Farrow e dall’ex-marito Andrè Previn. Il regista se ne andò di casa con la giovane dopo il rifiuto della Farrow di sposarlo. Ciliegina sulla torta, il figlio Ronan Farrow lo accusò di essere un pedofilo e proprio quando i Golden Globe mandavano in scena un video tributo alla carriera di colui che è considerato il genio del cinema americano.

Sempre sull’onda di #metoo, alcuni attori di "A Rainy Day in New York", tra cui Timothèe Chalamet, Griffin Newman e Rebecca Hall hanno annunciato l’intenzione di voler donare il loro compenso ad organizzazioni per la difesa delle vittime di abusi sessuali. La Hall ha persino detto di essersi pentita di aver lavorato per Allen.
«Woody Allen ha sempre grandi attori - scrive il NyPost citando ancora una sua fonte - ha dato prestigio alle star ma con il movimento #metoo è tossico (Allen, ndr)».

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