Toni Marci a Martignano Lo show firmato Midena

di Fabio De Santi

Domani (sabato 18) alle 21, al Teatro di Martignano andrà in scena la prima del nuovo show dei Toni Marci. La sigla è quella di «Toni Marci ma freschi», spettacolo ideato e scritto da una figura importante del cabaret italiano come Andrea Midena, autore anche di Zelig.

In «Toni Marci ma freschi» si alternano gags e battute originali scritte proprio per la formazione di comici trentini da Midena. Uno show che secondo le intenzioni dei Toni Marci vuole essere frizzante e mai volgare, all’insegna di una sana comicità in grado di coinvolgere e conquistare lo spettatore fino a farlo diventare co-protagonista.

Dopo più di 250 repliche dello spettacolo «La tv dei Toni Marci», in questa occasione i cabarettisti trentini, nella line up formata da Franco Toniolatti e Gabriele Zanon, si presenteranno nella loro versione naturale: nessun trucco e parrucco, niente personaggi, bensì due amici, due attori alle prese con diverse e originali situazioni comiche.

Ricordiamo che i Toni Marci, trio formato da Gabriele Zanon, Marcello Morgese e Franco Toniolatti, dopo la bella esperienza televisiva nel programma «Eccezionale Veramente» andato in onda su La7, la scorsa estate hanno ottenuto anche il secondo posto al rinomato Festival «Il Sarchiapone. Premio Walter Chiari» di Cervia (Ravenna).

Proprio sulle forme del nuovo spettacolo e sul suo rapporto con Toni Marci abbiamo sentito Andrea Midena.

Midena come è nata la sia collaborazione con i Toni Marci?
«Grazie ad un collega e amico, Francesco Rizzuto, che ci ha fatti incontrare. A me ha parlato bene di loro, a loro ha parlato bene di me e il resto è venuto da sé. Giuro che la rima è casuale».

Quali sono le «doti» che l’hanno colpita di questo gruppo di comici?
«Sicuramente la faccia da palco e poi il loro affiatamento che in scena si traduce in un perfetto uso dei tempi comici. Mi ha colpito anche la loro energia, ma la cosa che non finisce ancora di sorprendermi è l’impegno, la determinazione a migliorare, a perfezionarsi, insomma, la loro voglia di lavorare. Perché fare ridere è una cosa seria».

Cosa pensa della loro vis comica trentina legata magari a personaggi come Ivano il  contadino della Val di Non?
«Credo che Ivano sia uno di quei personaggi a cui non puoi non volere bene. Funziona. Fa ridere. Però ha due difetti: fatica ad uscire dai confini regionali e si sostiene sul meccanismo spalla-comico che non valorizza appieno le potenzialità dei Toni Marci nel loro insieme. Del resto è dall’inizio della nostra collaborazione che proprio loro hanno espresso la volontà (che ho subito sposato) di abbandonare, almeno in parte,  personaggi e prediligere un cabaret di situazione. Un cabaret che mette in scena scorci di vita quotidiana visti però dallo sguardo obliquo del comico che inevitabilmente ne coglie vizi e miserie».

Quanto è difficile oggi emergere nel mondo del cabaret italiano?
«Difficilissimo. Lo è sempre stato ma oggi, in assenza di programmi televisivi di riferimento, lo è ancora di più. La cosa migliore da fare è sfruttare questo momento di bonaccia per lavorare, lavorare e lavorare».

I Toni Marci hanno anche partecipato al talent Eccezzionale Veramente: qual è il segreto per conquistare il pubblico televisivo?
«Non ci sono segreti (come dicevo al momento non ci sono neanche programmi tv). forse uno: evitare di cercare quello che può piacere in tv ma fare ciò che piace a te sperando che possa piacere al pubblico. Certo, poi bisogna sapere parlare col linguaggio televisivo. ma questo non è un segreto».

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